L’altra faccia della morfina

Da sempre l’uomo convive con il dolore fisico, che è un indispensabile campanello d’allarme per segnalarci che qualcosa non va nel nostro organismo. Ma a volte il dolore si fa insopportabile. E allora non resta che ricorrere a un analgesico. Come la morfina, usata da decenni, che nonostante i progressi della farmacologia rimane la principale arma anti-dolore. Ma la morfina, e gli oppioidi in generale, hanno non pochi difetti: alla lunga, inducono dipendenza e abbassano le difese del sistema immunitario. Ora al Dipartimento di immunologia del Laboratorio per le scienze biomediche Jerome H. Holland a Rockeville, nel Maryland, il gruppo di ricerca guidato da Yufang Shi ha scoperto come la morfina interagisce con i linfociti T inducendoli al “suicidio” e indebolendo così le nostre difese. I risultati del loro lavoro sono stati pubblicati sul numero di gennaio della rivista Nature.

Non è un caso che gli studi di Shi si siano concentrati sulla morfina e i suoi effetti collaterali. Infatti, combattere il dolore forte è uno degli obiettivi prioritari della medicina visto che, secondo stime diffuse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la sofferenza associata al cancro (forse la peggiore), da sola colpisce ogni giorno nel mondo più di 3 milioni di pazienti. Negli Stati Uniti oltre 80 milioni di persone sono afflitte da dolore cronico e più di 100 miliardi di dollari l’anno vengono spesi per combatterlo direttamente o indirettamente. D’altra parte, nonostante i difetti della morfina, per ora non esistono alternative altrettanto efficaci, se si esclude la SNX-111 o Ziconotide, una molecola anti-dolore scoperta di recente, che però si trova ancora in fase finale di approvazione presso la Food and Drug Administration, l’ente americano che deve autorizzare l’impiego dei nuovi farmaci.

Così chi deve assumere oppioidi per lungo tempo, si trova a fare i conti anche con una diminuzione delle difese immunitarie, che lo espone a un maggiore rischio di infezioni. Si tratta di un fenomeno conosciuto da tempo: ma ora l’équipe di Shi ha spiegato il meccanismo che spingerebbe i linfociti T all’apoptosi, cioè a una sorta di suicidio.

“L’apoptosi – spiega Luciano Caprino, ordinario di Farmacologia all’Università La Sapienza di Roma – è la capacità di ogni singola cellula di autodistruggersi. E’ un processo regolato geneticamente, molto antico dal punto di vista biologico, che si è conservato durante l’evoluzione. Una qualsiasi modificazione di questo processo può però alterare il normale sviluppo degli organi e tessuti, provocando alla fine degli stati patologici”.

Ecco allora la scoperta dei ricercatori statunitensi: la morfina si lega ai linfociti T, sulla cui superficie si trovano dei recettori specifici, e induce in queste cellule l’espressione di una proteina Fas, conosciuta anche come CD95 o APO-1. La Fas, proteina-recettore, si legherebbe a un’altra proteina chiamata FasL, espressa in condizioni normali solo da un numero limitato di cellule: il legame Fas-FasL innesca il processo di apoptosi cellulare, responsabile della caduta dei linfociti T e della riduzione delle difese.

I recettori per gli oppioidi presenti sulla superficie dei linfociti sono di diversi tipi e rendono così il sistema immunitario particolarmente suscettibile all’azione di questi farmaci. “Il sistema Fas-FasL – spiega Caprino – è quindi cruciale in questo caso per mantenere l’equilibrio del sistema immunitario. In condizioni patologiche la quantità di FasL prodotta aumenta, permettendo così il legame Fas-FasL, che da il via all’apoptosi indotta dalla morfina. L’espressione della Fas indotta dagli oppioidi è inibita dal naloxone, un potente inibitore di questi analgesici.

“La conoscenza degli intimi meccanismi del processo di apoptosi nell’abuso da oppioidi – commenta Caprino – potrebbe fornire spunti utili per la terapia e la messa a punto di nuove molecole. Si apre cioè un nuovo capitolo della farmacologia del sistema immunitario, in particolare per il trattamento delle farmacodipendenze con depressione immunitaria”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here