Circa 9,6 miliardi di anni luce. È quanto separa la Terra dall’ammasso di galassie più distante mai individuato: ben 400 milioni di anni luce più lontano del cluster che ha detenuto il primato fino ad ora. La scoperta, riportata su Arxiv.org, è di un’équipe di astronomi del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics e delle università di Tokyo e Kyoto.
La ricerca, svolta nell’ambito del progetto Subaru/XMM-Newton Deep Survey (Sxds) su una porzione di cielo nella costellazione Cetus, è frutto delle osservazioni ai raggi X e nell’infrarosso (entrambe radiazioni invisibili all’occhio umano) ottenute dal satellite spaziale XMM-Newton della Agenzia Spaziale Europea (Esa) e del telescopio Subaru del National Astronomical Observatory of Japan. La particolarità dello studio nippo-tedesco risiede proprio nell’utilizzo combinato delle diverse lunghezze d’onda. Nel 2004 infatti, il progetto Sxdp aveva già fornito un ampio censimento ai raggi X delle galassie di diversa tipologia presenti in quella porzione di cielo; recentemente, le analisi nell’infrarosso compiute dal Moircs (Multi-Object Infrared Camera and Spectrometer) del telescopio Subaru hanno permesso di stimare la distanza di questi oggetti celesti.
Ma come essere certi che le singole galassie si trovino vicine le une alle altre proprio per effetto della gravità, peculiarità distintiva degli ammassi? A fugare ogni dubbio sono state le osservazioni di XMM-Newton, che ha nuovamente indagato ai raggi X le galassie, individuando la presenza di gas caldo caratteristico degli ammassi, dal momento che qui la materia intergalattica è sottoposta a temperature elevatissime. I dati rivelano anche che in questo antichissimo cluster si trovano prevalentemente galassie massive. (g.d.)
Riferimento: The spectroscopically confirmed X-ray cluster at z=1.62 with a possible companion in the Subaru/XMM-Newton deep field
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