L’asteroide con sei code

Cos’è di preciso P/2013 P5? Difficile a dirsi. Le sei code che il corpo celeste lascia sulla sua scia, identificate a settembre dal telescopio Hubble della Nasa, farebbero infatti pensarea una cometa, ma la sua orbita sembrerebbe invece identificarlo come un asteroide. Una possibile soluzione del mistero arriva oggi da uno studio (per ora disponibile su arXiv) dei Johns Hopkins Applied Physics Laboratory, di Laurel, Maryland, in in via di pubblicazione sulla rivista Astrophysical Journal Letters: si tratterebbe di un asteroide, con una velocità di rotazione talmente elevata da averne fratturato la superficie, creando così le code di detriti identificate da Hubble.

Secondo i ricercatori, la rotazione di P/2013 P5 avrebbe raggiunto una velocità critica a causa del continuo assorbimento e riemissione di luce solare da parte del corpo celeste (fenomeno definito “pressione di radiazione”), e della sua forma irregolare. Quando la forza risultante supera una certa soglia, spiegano i ricercatori, la bassa gravità dell’asteroide non è più in grado di mantenerne l’integrità, e la sua superficie inizia quindi a spezzarsi, rilasciando scie di detriti compatibili con quelle osservate da Hubble.

Secondo il team della John Hopkins, è da escludere invece che le code siano state generate dalla collisione con un altro corpo celeste, perché un simile evento avrebbe rilasciato tutti i detriti allo stesso momento, formando un’unica scia. Le sei code sarebbero state invece prodotte da sei differenti rotture della superficie di P/2013 P5, iniziate, stando alle osservazioni disponibili, la scorsa primavera.

I ricercatori suggeriscono che questo fenomeno di “sfaldamento per rotazione” da loro ipotizzato potrebbe rappresentare un meccanismo chiave nella morte degli asteroidi. Per averne conferma serviranno però ulteriori osservazioni.

Riferimenti: arXiv:1311.1483 [astro-ph.EP]

Credits immagine: NASA, ESA, and A. Feild (STScI)

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

Articoli recenti

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

3 giorni fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

6 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

1 settimana fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

2 settimane fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

2 settimane fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più