L’atrofia muscolare sconfitta dal baribal

Dalla fisiologia del baribal, un orso americano, potrebbe arrivare un rimedio per l’atrofia muscolare. Il plantigrado americano, infatti, rimane inattivo per mesi, eppure al risveglio dal letargo ha un tono muscolare da far invidia a un atleta. “Scoprire le cause di questo fenomeno”, ha affermato Henry Harlow dell’Università di Laraming, Usa, in un articolo pubblicato su Nature, “servirà a trovare un rimedio per combattere l’atrofia muscolare dei malati lungodegenti e degli astronauti impegnati in missioni particolarmente lunghe”. Applicando sul corpo di alcuni baribal dei sensori capaci di rilevare le alterazioni muscolari, il gruppo di ricerca guidato da Harlow ha scoperto che anche dopo un lungo letargo in questi animali l’atrofia coinvolge solo il 23 per cento della massa totale dei muscoli, contro il 90 di un uomo in condizioni analoghe. Il segreto di questa straordinaria performance, ipotizzano gli studiosi, potrebbe essere la capacità riciclare l’urea, reinserendola nel processo proteico. Questo composto organico azotato è un prodotto della sintesi delle proteine elaborato dal fegato e dai reni. Nell’uomo, normalmente viene eliminato attraverso l’urina. Ma chi è colpito da atrofia muscolare, per carenza di esercizio fisico o, nel caso degli astronauti, per la permanenza in condizioni di assenza di gravità, accusa spesso insufficienza renale. Il loro organismo, in altre parole, non sarebbe in grado di espletare il ciclo dell’urea, con conseguente accumulo nel sangue. (p.c.)

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