La schizofrenia colpisce le minoranze etniche non bianche, soprattutto nei piccoli gruppi. E’ questa la conclusione a cui sono giunti i ricercatori dell’Institute of Psychiatry di Londra, in uno studio pubblicato dal British Medical Journal. L’indagine ha esaminato gli abitanti di 15 distretti elettorali di Camberwell, nel sud della capitale inglese, abitati da popolazioni di bianchi e da stranieri. Immigrati prevalentemente di origine caraibica e Africana, ma anche di altre zone extraeuropee. Considerando solo le persone venute a contatto con servizi psichiatrici durante il decennio 1988-1997, i ricercatori hanno scoperto che il 57 per cento di uomini e donne non bianchi avevano sofferto di schizofrenia. E che erano state colpite soprattutto le persone di origine africana e caraibica rispetto a quelle di origine asiatica. Si tratta di gruppi che condividono condizioni di vita stressanti: disoccupazione, sovraffollamento, bassi guadagni, mancanza di comfort e scarsi livelli di istruzione. Nelle piccole comunità, secondo i ricercatori inglesi, mancherebbero quei forti legami sociali tipici dei paesi d’origine degli immigrati che rappresentano una difesa proprio contro lo stress. Lo studio per la prima volta pone all’origine di una malattia mentale il razzismo e la povertà: “si è sempre pensato che la schizofrenia avesse radici biologiche, ha sostenuto Robin Murray, autore della ricerca, abbiamo dimostrato che anche i fattori sociali possono avere degli effetti molto pesanti”. (d.d.v.)
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