Del naso elettronico avevamo già sentito parlare. Ma questa volta al segugio artificiale è affidato un compito davvero importante: la tutela dell’arte. L’annuncio della prossima applicazione dell’e-nose agli ambienti museali è stato dato all’interno del workshop “Microelettronica e Beni culturali, risultati e potenzialità del progetto Cnr Madess II”, in corso a Firenze. Grazie a un sensore ad altissima definizione, infatti, l’apparecchiatura riuscirà ad analizzare l’atmosfera presente in un museo, individuando sostanze dannose per le opere d’arte. Non più solo utilizzata per scovare intrusi o segnalare chi si avvicina troppo a quadri e sculture, l’elettronica aiuterà a tutelare la conservazione dei beni culturali. I nasi potranno realizzare “immagini olfattive” e risalire alla sorgente delle sostanze inquinanti rilevate. I dati relativi a questo filone di ricerca sono stati presentati da Arnaldo D’amico, del dipartimento di ingegneria elettronica dell’università Tor Vergata di Roma. “Grandi nasi”, ha spiegato D’Amico, “ma anche micronarici destinate a microspazi”, capaci di comunicare fra loro formando così “una rete di sistemi che tiene d’occhio tutti gli ambienti di uno spazio espositivo”. (l.g.)
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