Categorie: Spazio

Le valanghe su Giapeto viste da Cassini

Che fosse una luna particolare era noto da tempo. Giapeto (o Iapetus), il satellite ghiacciato di Saturno, infatti, ha diverse caratteristiche insolite. Tanto per cominciare una metà è scura e un po’ rossastra, l’altra metà è luminosa. Poi, grazie a una cresta di montagne alte fino a venti chilometri – quasi due volte il monte Everest – che si estendono lungo tutto l’equatore, Giapeto ha le fattezze di una noce. Ora un gruppo di ricercatori della Washington University di St. Louis (Missouri), dopo aver studiato le immagini riprese dalla sonda Cassini della Nasa nel dicembre 2004 e nel settembre 2007, rivela in uno studio che questo satellite ospita anche smisurate valanghe di ghiaccio. 

“Questi smottamenti sono un fenomeno che non avremmo mai pensato di osservare su Giapeto”, rivela l’astrofisica Kelsi Singer, primo autore della ricerca pubblicata su Nature Geoscience. Tuttavia questa sorpresa potrebbe aiutare i geologi a spiegare un fenomeno antico osservato in diversi luoghi della Terra. Quello delle cosiddette sturzstroms, frane accelerate di roccia che possono percorrere una distanza pari anche 20 o 30 volte l’altezza dalla quale cominciano a cadere (normalmente, invece, le frane viaggiano appena per due volte questa distanza). Un famoso esempio di sturzstrom è la preistorica valanga Blackhawk nella California meridionale. 

La causa prima degli smottamenti su Giapeto è probabilmente l’impatto di oggetti celesti sulla superficie del satellite. Tuttavia quale sia il meccanismo che permetta a queste valanghe di viaggiare così tanto non è ancora chiaro. Ci sono diverse tesi in proposito, come spiega Wired.com; per esempio potrebbero muoversi su un cuscino di aria rimasta intrappolata tra loro e il suolo, scorrere su acque freatiche, fango o sul ghiaccio che ricopre la luna, oppure lo scivolamento potrebbe essere provocato da forti vibrazioni acustiche. 

Secondo Singer, invece, il fenomeno responsabile sarebbe il riscaldamento dovuto all’attrito: il primo scorrimento potrebbe provocare un attrito in grado di riscaldare istantaneamente e sciogliere un primo strato di ghiaccio tanto da renderlo abbastanza scivoloso da scorrere via. 

“Tutti sanno che il ghiaccio è scivoloso, ma non è ancora chiaro scientificamente perché”, racconta ancora Singer. “Poiché Giapeto è tanto freddo, inoltre, il suo ghiaccio si comporta come fanno le rocce sulla Terra, quindi un simile meccanismo di riscaldamento da attrito potrebbe spiegare anche gli smottamenti rocciosi sul nostro Pianeta”.

via wired.it

Credit immagine a NASA/JPL/Space Science Institute 

Caterina Visco

Laureata in Scienze Biologiche, ha lavorato come web content editor per il portale medico Yahoo!Salute. Nel 2009, dopo uno stage a Internazionale, approda a Galileo, dove, oltre contribuire alla produzione dei contenuti, è community manager e coordinatrice della redazione. Scrive per diverse testate giornalistiche tra cui L'espresso, Wired, Le Scienze, Mente e Cervello, Nova - Sole 24 ore, Il Venerdì di Repubblica.

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