Legge senza merito

Il messaggio che il Governo sta lanciando al paese è devastante: dice che tutta l’università statale è una pubblica amministrazione, quindi inefficiente e sprecona. La verità è che il Ministero ha deciso un taglio dei finanziamenti che penalizzerà soprattutto gli atenei virtuosi, che già da anni operano in modo efficiente. E la tendenza già in atto sarà accentuata dal previsto blocco del turn over. Questo il punto focale del discorso di Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano, durante il discorso di inaugurazione dell’anno accademico (qui è possibile seguire l’evento in differita).  Assenti il Ministro Mariastella Gelmini, il sindaco Letizia Moratti e il presidente del Senato Renato Schifani.

Un discorso sostenuto dai numeri: “Il nostro Ateneo ha una spesa per il personale inferiore al 70 per cento del finanziamento statale contro la media nazionale dell’86 per cento”, denuncia Ballio, “Non capisco perché veniamo trattati come chi spende più del 100 per cento. La conseguenza è che non avremo la possibilità di assumere giovani post-doc di qualità se il blocco del turn over verrà imposto anche al nostro ateneo”.

La legge 133/08, infatti, tocca pesantemente gli assegnisti di ricerca delle università ancor più di quelli all’interno degli enti di ricerca (le due istituzioni hanno una definizione giuridica diversa). Per le università statali, l’articolo 66 comma 7 prevede, per il triennio 2009-2011, che le assunzioni di personale a tempo indeterminato non eccedano una “spesa pari al 20 per cento di quella relativa al personale cessato nell’anno precedente” (si veda anche il comma 13). Significa che, fino al 2012, si potrà assumere una sola persona per ogni 5 che vanno in pensione. Per il 2012, invece, le assunzioni non potranno comunque superare la metà dei pensionamenti dell’anno precedente (comma 9).

Per denunciare questa situazione, in occasione dell’inaugurazione gli assegnisti di ricerca del Politecnico (il 28% del personale che si occupa di ricerca) hanno redatto un comunicato: “La legge 133 prevede un taglio pari a 1441,5 milioni di euro nel periodo 2009-2013 del cosiddetto Fondo di finanziamento ordinario, cioè dei soldi che servono per il funzionamento delle università, dall’acquisto della carta per stampare il testo degli esami al pagamento degli stipendi”. Il che – sostengono i ricercatori – non si potrà che tradurre con una fuga dei cervelli, perché i ricercatori non avranno altra scelta.

“Chiediamo”, conclude la lettera, “che la legge 133/08 venga modificata con la prossima finanziaria, sia tenendo conto delle differenze tra università ed altre pubbliche amministrazioni, sia introducendo criteri meritocratici in base ai quali modulare tagli e turn over per i diversi atenei e all’interno degli atenei. Chiediamo una riforma dell’università pubblica, pur sapendo che comporterà sacrifici, e siamo disponibili a dare il nostro apporto costruttivo per realizzarla”.

La legge 133, infatti, non distingue i vari casi in base al merito: “La percentuale di Fondo di finanziamento ordinario assegnata alle università in base a parametri meritocratici è da sempre risibile, si va dallo 0,5% a un massimo del 3% nel 2005”, sottolinea anche il comunicato del Politecnico. (t.m.)

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