Queste lenti a contatto smart potrebbero rivoluzionare la cura del glaucoma

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Credit: Martin Slavoljubovski/Pixabay

Niente più colliri da applicare scrupolosamente più volte al giorno. In futuro la terapia del glaucoma sarà affidata ad un nuovo tipo di lenti a contatto intelligenti, capaci di monitorare la pressione dell’occhio e di somministrare i farmaci solo quando servono. Ne sono certi i ricercatori della Sun Yat-sen University di Guangzhou, in Cina, che su Nature Communication hanno appena descritto la loro ultima invenzione: lenti a contatto teranostiche (cioè con capacità diagnostiche e terapeutiche) wireless, sottili e flessibili come quelle tradizionali, che potrebbero presto essere prodotte in serie per rivoluzionare la qualità di vita, e la salute, delle oltre 76 milioni di persone in tutto il mondo che oggi soffrono di glaucoma.

Nel trattamento di questa patologia, infatti, i farmaci svolgono un ruolo fondamentale, aiutando a tenere sotto controllo la pressione intraoculare che molto spesso è alla base dei danni ai nervi ottici da cui ha origine il disturbo. La pressione intraoculare non è però costante: le attività quotidiane, così come il ritmo circadiano, possono modificarla. Questo costringe gli specialisti ad un monitoraggio continuo delle condizioni dei pazienti, e a frequenti cambi di terapia. I colliri contenenti i farmaci vanno inoltre applicati più volte al giorno, e questo influisce negativamente sulla qualità di vita di molti malati, e complica di conseguenza l’aderenza terapeutica, fondamentale per prevenire il peggioramento della malattia e il rischio di una perdita totale della vista.

Un dispositivo in grado di monitorare in tempo reale le condizioni dell’occhio, e di somministrare i farmaci esattamente quando servono, migliorerebbe quindi sia l’efficacia delle terapie, sia la qualità di vita dei pazienti. È con questo obbiettivo in mente che i ricercatori cinesi hanno sviluppato il loro prototipo di lenti a contatto teranostiche. I nuovi dispositivi assomigliano a normali lenti a contatto, ma contengono sia un sensore che permette di monitorare la pressione intraoculare. Quando questa supera il livello di guardia, un circuito ad alimentazione wireless entra in azione, attivando la somministrazione dei farmaci nella camera posteriore dell’occhio, attraverso le barriere corneali.

Negli esperimenti svolti fino ad oggi, il prototipo è risultato sicuro e ha dato risultati promettenti su modelli animali della malattia. Se anche la futura sperimentazione clinica dovesse confermarne il potenziale, gli scienziati ritengono che questo tipo di lenti a contatto teranostiche potrebbe costituire il primo esempio di una nuova generazione di dispositivi medici, che potrebbero trovare impiego anche nella cura di molte altre patologie oculari che beneficerebbero di un approccio terapeutico personalizzato.

Riferimenti e immagine nel testo (CC): Nature Communications