Potrebbe esistere un legame tra il napalm, il potente erbicida utilizzato nella guerra del Vietnam, e una forma di leucemia riscontrata nei figli dei veterani. Così si è pronunciata una commissione scientifica federale dell’Institute of Medicine, incaricata dal Congresso americano di stabilire gli effetti dell’”Agent Orange” sulla salute, in particolare quelli della diossina in esso contenuta. Gli esperti hanno definito “limited suggestive” la prova fornita da uno studio che ha valutato il numero ex militari in servizio in Vietnam o Cambogia tra i padri di oltre 500 bambini affetti da leucemia mieloide acuta. E dal quale è emerso che la loro frequenza è quasi doppia rispetto a quella osservata nei padri di bambini sani. Un’altra indagine ha invece rivelato che tra i figli dei veterani australiani del Vietnam la leucemia è da 3 a 6 volte superiore alla norma. In base al rapporto della commissione federale la Veteran Administration ha chiesto al governo americano un risarcimento per i figli dei militari. Già in passato alcune relazioni dell’Institute of Medicine avevano costretto le autorità ad approvare l’indennizzo del personale impegnato in Vietnam: diverse linee di evidenza avevano dimostrato, infatti, la responsabilità del napalm nel determinare alcuni difetti di nascita nei figli dei reduci, nonché alcune forme di cancro nei militari stessi. (v.n.)
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