Le origini dell’uomo moderno potrebbero risalire a un milione di anni fa, almeno 300 mila anni prima di quanto si credeva. Lo afferma in un articolo di Nature un gruppo di paleoantropologi europei e africani coordinato da Ernesto Abbate, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze. Tra il 1995 e il 1997, nel corso di una spedizione nella Dancalia eritrea, l’équipe ha rinvenuto un cranio le cui caratteristiche morfologiche rappresentano una insolita combinazione tra quelle dell’Homo erectus e quelle, più evolute, dell’Homo sapiens. Il cranio è stato rinvenuto pressoché intero insieme a due incisivi e frammenti dell’osso pelvico. Nell’area del ritrovamento sono emersi anche fossili di mammiferi tipici della savana africana del Pleistocene. Questa circostanza, insieme all’indagine magnetostratigrafica, ha permesso ai ricercatori di datare anche il cranio a un milione di anni fa.
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