Un terzo degli autori delle linee guida mediche negli Usa è legato all’industria farmaceutica. È quanto denuncia un’inchiesta pubblicata sulla rivista Nature, che ha analizzato i conflitti di interessi di chi redige le raccomandazioni di comportamento clinico, elaborate per medici e pazienti allo scopo di indicare le modalità di assistenza e cura più appropriate. Su 215 linee guida ufficiali investigate, solo 31 sono risultate libere da legami con aziende farmaceutiche e solo 90 contenevano dettagli sul conflitto di interessi degli autori. Su un totale di 685 autori, il 21 per cento ha ammesso incarichi di consulenza con aziende farmaceutiche, il 22 per cento di usufruire di fondi per la ricerca garantiti dalle case produttrici, il 15 per cento di essere collaboratori di fiducia di aziende farmaceutiche, il 2 per cento di possederne alcune azioni e l’1 per cento ha dichiarato un conflitto di interessi di natura diversa. Il restante 65 per cento non ha dichiarato conflitti d’interesse, ma secondo Merrill Goozner del Center for Science in the Public Interest di Washington, non sempre i medici rivelano i loro legami con le industrie farmaceutiche, anche se la stesura di linee guida o la pubblicazione di studi su riviste lo richiede. Nell’articolo si cita il caso emblematico di linee-guida per l’ipertensione redatte nel 2004, nelle quali solo un autore aveva denunciato un conflitto di interessi. Successivi approfondimenti, invece, hanno rivelato che altri quattro autori avevano usufruito di finanziamenti per la ricerca da parte di aziende farmaceutiche che producono farmaci antiipertensivi. (t.m.)
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