Salute

Linfoma, il tempo rubato dalla malattia in otto scatti

Tre ore in più possono impedire al tempo di fare troppo tardi troppo presto”. Andrea è costretto a dedicare gran parte delle sue giornate alla lotta contro il linfoma. Per lui, come per chiunque si trovi nella sua condizione, il tumore invade la quotidianità assorbendo impietoso ogni istante di vita. La sua è una delle otto riflessioni che sono state tradotte in immagine dai fotografi dell’Istituto Italiano di Fotografia per la campagna “Non bruciare il tempo, mettilo a fuoco – Uno scatto contro il linfoma”, realizzata con l’idea di sensibilizzare la comunità sul tema del tempo “bruciato” da questi tumori. Fino al 18 ottobre gli otto scatti saranno esposti nella Galleria Alberto Sordi di Roma.

La campagna ha coinvolto 60 centri onco-ematologici italiani e ha raccolto oltre 250 riflessioni – sotto forma di brevi frasi e fotografie amatoriali ‒ di pazienti, famigliari, amici e medici che vivono da vicino l’esperienza di un linfoma e che sono stati invitati a riflettere sull’importanza del tempo. “Cosa faresti se scoprissi di avere a disposizione tre ore in più?” Questa la domanda a cui rispondere, che ha suscitato nei pazienti reazioni, idee e immagini diverse. Oltre alle otto foto esposte a Roma, nei prossimi mesi una selezione delle frasi e fotografie amatoriali più significative abbellirà le sale di tutti i centri onco-ematologici che hanno partecipato all’iniziativa.

Se avessi più tempo farei qualcosa di più dolce: cake design, la mia passione - Elisabetta Leggieri, Taranto - Ospedale S. G. Moscati di Taranto Ph. Xawa Vella - Istituto Italiano di Fotografia
Se avessi inaspettatamente 3 ore di tempo in più, prenderei del pesce fresco al mercato Orientale e preparerei una cena a mia moglie - Carlo Marani, Genova - Ospedale Policlinico San Martino di Genova Ph. Francesco Zocchi - Istituto Italiano di Fotografiamore
Un respiro, uno sguardo, una lacrima, un abbraccio, ricevere e donare un’emozione. Tre ore in più solo per viverle: semplicemente vivere - Gianandrea Maggio, Vimodrone (Milano) - ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano Ph. Camilla Piana - Istituto Italiano di Fotografiamore
Io se avessi tre ore di tempo in più, le regalerei a chi di tempo ne ha avuto troppo poco! - Rebecca Dispendi, Roma - Azienda Ospedaliera Sant'Andrea di Roma Ph. Jessica Granata - Istituto Italiano di Fotografiamore
Ho finito 3 ore prima. Anche oggi potrò pranzare a tavola insieme ai miei nipotini! - Paolo P., Arezzo - Ospedale San Donato di Arezzo Ph. Federica Calzi - Istituto Italiano di Fotografia
Mentre aspetto all’ospedale per la cura che dovrò fare, penso al tempo guadagnato con il nuovo ritrovato. Son tre ore non si scherza! Grazie a voi, ricercatori, che insieme ai dottori mi donate questo tempo, che saprò utilizzare senza più dover sprecare! - Francesco Maugeri, Santa Venerina (Catania) - Istituto Oncologico Del Mediterraneo di Viagrande (Catania) Ph. Francesca Pozzi - Istituto Italiano di Fotografiamore
Avrei altri 10.800 secondi da dedicare a mio figlio - Giuseppe Serafini, Avezzano (L’Aquila) - Ospedale Ss. Filippo e Nicola Azienda Sanitaria Locale Avezzano Sulmona L'Aquila -Ph. Giacomo Licheri - Istituto Italiano di Fotografia more
Tre ore in più possono impedire al tempo di fare tardi troppo presto - Andrea Ficarra, Messina - Ospedale Policlinico Gaetano Martino di Messina - Ph. Umberto Moroni - Istituto Italiano di Fotografia more

Solo in Italia, ogni anno i linfomi colpiscono più di 16mila persone. Sono tumori che aggrediscono i tessuti linfatici, e in particolare i linfonodi, dove si concentrano le cellule preposte alla difesa dell’organismo, i linfociti. Nella battaglia personale contro il linfoma, il paziente deve fare i conti con le lunghe ore trascorse negli ospedali per le sessioni di terapia. “Oggi si stima che i pazienti italiani e i loro familiari trascorrano nei day hospital oncologici ed ematologici, per ogni terapia, una media di 5 ore, sprecando così fino al 90% del loro tempo”, afferma il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, membro della dodicesima Commissione Permanente Igiene e Sanità: “Un dato allarmante, ancora di più se si considera che nel 58% dei casi i pazienti sono ancora in età lavorativa”. Fondamentale è allora che la sanità italiana si impegni a fare un passo avanti intervenendo “sull’efficientamento delle strutture sanitarie, sia nell’offerta di percorsi di cura più strutturati sia in termini di migliore allocazione delle risorse”.

Essenziale è, inoltre, garantire ai pazienti la possibilità di accedere a terapie innovative che ormai da anni stanno ottenendo ottimi risultati. “Proprio perché il progresso terapeutico ha permesso, grazie all’impiego dei cosiddetti farmaci intelligenti che colpiscono selettivamente le cellule malate, di raggiungere punte di guarigione dell’80% ‒ dice Giovanni Pizzolo, Vicepresidente della Società Italiana di Ematologia ‒ credo sia un dovere ricorrere, quando possibile, alle nuove somministrazioni più veloci e meno invasive. È un passaggio necessario per garantire la qualità di vita dei pazienti e anche per decongestionare le strutture ospedaliere, permettendo così di trattare un numero maggiore di pazienti e di abbattere le liste d’attesa”.

Spesso chi affronta la malattia non desidera null’altro che ritrovare la quotidianità perduta e riconquistare quella normalità che il tumore non permette di vivere. È l’obiettivo della campagna: incorniciare il disagio e mettere a fuoco l’importanza del tempo per i pazienti.

Matteo Gullì

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