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Carceri: 2 detenuti su 3 sono malati

disturbi psichici rappresentano il gruppo di malattie più diffuso all’interno delle carceri. È il dato emergente da uno studio italiano multicentrico promosso dal Ministero della Salute che ha fornito il quadro dello stato di salute di oltre 15.000 detenuti presenti in 57 strutture carcerarie sparse tra i territori di Toscana, Lazio, Umbria, Veneto, Liguria e dell’Azienda sanitaria di Salerno. I risultati mostrano che circa il 70% dei detenuti è effetto da patologie, tra cui le più comuni, oltre quelle psichiatriche, sono quelle infettive e dell’apparato dirigente.

Oltre al monitoraggio dei tentativi di suicidio e degli atti autolesivi verificatisi nell’ultimo anno di detenzione, è stata quantificata, attraverso uno screening specifico (scala di Blaauw) anche l’entità del rischio suicidario su tutti i detenuti “nuovi giunti da libertà” con o senza precedenti reclusioni, che accedevano in 6 strutture detentive (in pratica una per regione partecipante). Risultato? “Circa il 53% dei nuovi giunti arruolati e sottoposti a valutazione per il rischio suicidarlo è risultato positivo: in particolare le donne hanno mostrato un rischio maggiore (77% di loro risultate positive) mentre, riguardo alla nazionalità, la popolazione a maggior rischio è risultata essere quella italiana con il 62% dei nuovi giunti risultati positivi. Il 44% circa dei detenuti positivi alla scala di Blaauw presentava almeno una patologia e il 56% delle diagnosi rilevate in questi soggetti era rappresentato dai disturbi psichicisoprattutto dal disturbo da dipendenza da sostanze”, si legge nel documento.

Proseguendo, si scopre che il 40% del totale dei minori arruolati ha manifestato almeno una malattia e tra queste sono risultate essere maggiormente frequenti le patologie psichiatriche, coinvolgendo il 18,6% dei minorenni detenuti. “La maggior parte dei detenuti”, fanno inoltre notare gli esperti: “tornerà libera, portando con sé malattie che potranno potenzialmente rappresentare un rischio per la salute di tutta la comunità, aggiungendo malattia al carico di malattia già presente”.

Va detto poi che nonostante si riscontri nelle carceri, in media, una popolazione anagraficamente giovane, spesso si tratta di persone in gravi condizioni di salute, con disturbi psichici, in prevalenza da dipendenza da sostanze psicotrope, malattie infettive (come l’Epatite C) e gastrointestinali per le quali spesso l’ingresso in carcere rappresenta la prima vera occasione di ricevere nutrizione e cure adeguate.

Credits immagine: Jason Jones/Flickr CC

Questo articolo è stato prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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