Categorie: Spazio

L’oceano sotto Titano

Uno spesso strato liquido, composto da acqua o da acqua e ammoniaca, e profondo tra i 100 e i 200 chilometri: è “l’oceano globale” scoperto, grazie alle rilevazioni della sonda Cassini-Huygens, sotto la superficie ghiacciata di Titano, la più grande luna di Saturno e la seconda del sistema solare. Distante più di un miliardo di chilometri dal Sole, il satellite naturale ha una superficie composta di ghiaccio d’acqua e idrocarburi liquidi (per una temperatura di -180 gradi centigradi) ed è avvolto da un’atmosfera di azoto e metano.

Alla scoperta, pubblicata su Science, sono giunti indipendentemente i ricercatori italiani dell’Università Sapienza di Roma, Paolo Persi Del Marmo e Luciano Iess, e un gruppo di studiosi americani del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, attraverso l’analisi della rotazione della luna. Sfruttando, infatti, le immagini fornite dal radar Sar di Cassini si è potuto determinare la durata del giorno su Titano, seguendo lo spostamento di punti caratteristici della sua superficie, quali montagne, laghi, avvallamenti. “Titano gira su se stesso molto più lentamente della Terra: un giorno dura circa 16 dei nostri giorni”, dice Persi Del Marmo: “Se l’interno del satellite fosse costituito interamente da rocce e ghiaccio, Titano avrebbe dovuto comportarsi come la Luna: il suo periodo di rotazione cioè avrebbe dovuto essere esattamente uguale al suo periodo di rivoluzione. Sorprendentemente, Titano ruota più velocemente intorno al proprio asse rispetto a quanto atteso”.

Una discrepanza giustificabile assumendo che la struttura interna di Titano sia formata da uno strato ghiacciato, separato dal nucleo roccioso mediante uno strato liquido che ricopre l’intero satellite. A questa conclusione gli scienziati sono giunti considerando l’azione esercitata sulla superficie solida del corpo dai venti stagionali presenti nella densa atmosfera del satellite. Se Titano fosse interamente solido, infatti, l’effetto sarebbe impercettibile. Galleggiando sopra un oceano, invece, la superficie ghiacciata galleggia e viene spostata dalla circolazione atmosferica.

“La missione Cassini avrebbe dovuto concludersi nel luglio di quest’anno, ma un’estensione fino al 2010 dovrebbe essere approvata tra breve”, afferma Enrico Flamini, responsabile dell’Agenzia spaziale italiana per la missione Cassini: “Tuttavia queste scoperte inattese hanno spinto il gruppo scientifico a proporre un’ulteriore estensione fino al 2017”. Nuove osservazioni permetteranno adesso di stabilire con maggiore accuratezza la struttura interna di Titano attraverso lo studio della gravità e delle maree. (l.s.)

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