Gli astronauti dello Shuttle “Endeavour” della Nasa hanno completato la prima mappa della terra in 3D. Servendosi di un sistema di raccolta dati basato su speciali apparecchiature radar, l’equipaggio americano ha fotografato124 milioni di chilometri quadrati, pari all’80 per cento dell’intera superficie terrestre e al 95 per cento delle terre popolate. Superate le preoccupazioni dei giorni scorsi per la disponibilità di carburante, la missione iniziata lo scorso 11 febbraio si è conclusa felicemente questa notte, con l’atterraggio sulla pista di Cape Canaveral. Per la raccolta dei dati è stata usata la tecnica dell’interferometria: quattro grandi antenne (due situate sullo Shuttle e due alle estremità di un braccio telescopico lungo 62 metri) hanno raccolto le onde inviate sulla terra e ognuna ha così costruito un’immagine bidimensionale della superficie terrestre. Incrociando i quattro fasci di onde si sono potute poi ottenere le precisissime fotografie tridimensionali: il margine di errore è di appena 6 metri. La missione, voluta dall’agenzia nazionale statunitense per la mappatura del territorio, è costata oltre 700 miliardi di lire, cento dei quali a carico dell’Agenzia spaziale europea (Esa). Molti i possibili usi della nuova mappa: dalla previsione dei disastri ambientali nelle zone a maggior rischio idrogeologico, alla pianificazione urbanistica e al controllo del traffico aereo. (f.u.)
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