Conservare i cibi freschi con il latte

    Evitare contaminazioni e alterazioni causate dall’esposizione all’aria o all’umidità è un presupposto fondamentale per una buona conservazione del cibo. Ne sanno qualcosa le aziende produttrici di cibi preconfezionati, ma anche cuochi o massaie che si cimentano quotidianamente in cucina. Il nemico numero uno è l’ossigeno presente nell’aria, elemento determinante per avviare quelle reazioni chimiche che causano il deterioramento degli alimenti. L’uso di pellicole trasparenti permette di creare una barriera protettiva per i cibi e di conservarli freschi il più a lungo possibile.

    E proprio all’ottenimento di rivestimenti più resistenti e capaci di garantire una migliore qualità di conservazione è rivolto lo studio realizzato da un gruppo di ricercatori del Fraunhofer Institute di Freising in Germania, impegnati nel progetto “Wheylayer” finanziato dall’Unione Europea. L’idea alla base della ricerca è quella di sviluppare un nuovo materiale a base di proteine estratte del siero del latte per produrre rivestimenti biodegradabili per alimenti, in grado di preservarne l’integrità più a lungo. «Abbiamo realizzato una formulazione di proteine da utilizzare come base di partenza per la preparazione di un film protettivo attraverso un processo economicamente sostenibile e applicabile su scala industriale», dice Markus Schimd, della sezione per l’ingegneria di processo e packaging dell’istituto tedesco.

    La scoperta va nella direzione di ridurre sempre più l’utilizzo di materie plastiche di origine petrolchimica e favorire lo sviluppo di materiali eco-compatibili. E, a tale scopo, il siero di latte si presenta come una buona fonte primaria per l’ottenimento di biomateriali. Esso è infatti uno scarto dell’attività casearia e, secondo le normative europee, è classificato come rifiuto speciale. Ciò impedisce il reimpiego nel processo produttivo agro-alimentare e ne obbliga lo smaltimento. La possibilità di riutilizzarlo per la produzione di materie plastiche consentirebbe quindi un guadagno in termini di  riciclo oltre che di eco-sostenibilità.

    I ricercatori sono partiti dalla purificazione del siero del latte, da cui sono state isolate proteine ad alta purezza. Applicando differenti metodi di trattamento, sono state selezionate quelle in grado di garantire migliori proprietà filmogene. Ad esse sono stati aggiunti additivi ammorbidenti, opportunamente scelti tra quelli approvati dalla legislazione UE, per preparare un biomateriale con proprietà di elevata resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Gli studiosi hanno inoltre definito il metodo economicamente più conveniente per l’ottenimento di tali rivestimenti alimentari. «Il nostro lavoro – continua Schimd – propone un metodo che è primo al mondo e per il quale è stata già presentata domanda di brevetto».

    Le aziende che, nel prossimo futuro, sceglieranno di adottare questa metodologia di fabbricazione di materiali ecocompatibili dovranno apportare solo piccole modifiche ai loro impianti di produzione – assicurano gli esperti – e avranno il vantaggio di poter risparmiare risorse e ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera.

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