Nei cromosomi il fattore che predice la durata della vita

    È possibile predire alla nascita la durata della vita di un individuo? Pare di sì, almeno nei fringuelli zebrati, misurando i telomeri: una sorta di “cappuccio molecolare” che si trova alle estremità dei cromosomi e ha la funzione di proteggere il materiale genetico in modo che nessuna informazione venga persa. Un po’ come fanno quei cilindretti di plastica alla fine dei lacci delle scarpe che ne evitano lo sfilacciamento. In un nuovo studio pubblicato sulla rivista PNAS, Pat Monaghan, ricercatrice in Ecologia animale presso l’Università di Glasgow, Scozia, dimostra che la durata della vita di un individuo può essere predetta misurando quanto sono lunghi i telomeri subito dopo la nascita, per lo meno nei fringuelli zebrati. In questa intervista parla dei risultati dei suoi esperimenti e discute delle possibili implicazioni di questa ricerca per la nostra specie.

    Qual è la relazione tra lunghezza dei telomeri e durata della vita?

    “La relazione tra longevità e lunghezza dei telomeri è nota da tempo. I primi studi risalgono agli anni ’60, quando i ricercatori hanno dimostrato che i telomeri in individui anziani sono più corti di quelli in individui giovani e che durante la vita si erodono gradualmente. Quando queste strutture diventano troppo corte e non possono più svolgere la loro funzione protettiva in modo efficiente, le cellule smettono di dividersi. In un organismo multicellulare, come l’uomo, in cui le cellule si rigenerano continuamente per garantire il corretto funzionamento dei vari organi, quando la riserva dei telomeri si esaurisce, le capacità rigenerative diminuiscono e l’organismo invecchia. Ciò che finora non era chiaro era se l’accorciamento dei telomeri avesse un effetto diretto sulla longevità o fosse semplicemente una conseguenza del processo di invecchiamento“.

    In cosa il suo studio si differenzia da quelli precedenti?

    “In questo studio dimostriamo per la prima volta che nei fringuelli zebrati la lunghezza dei telomeri al momento della nascita predice fortemente la durata della vita: gli individui che da piccoli hanno i telomeri più lunghi sono quelli che si rivelano più longevi. La novità fondamentale del nostro approccio consiste nel fatto che la lunghezza dei telomeri è misurata nello stesso individuo subito dopo la nascita (dopo 25 giorni) e a intervalli regolari durante la vita fino alla sua morte naturale. Si tratta, cioè, di uno studio di tipo longitudinale, che segue ogni uccello nel tempo e permette di analizzare la relazione diretta tra due parametri, in questo caso durata della vita e lunghezza dei telomeri. Tutti gli esperimenti fatti finora sono stati, invece, di tipo trasversale, ossia la lunghezza dei telomeri è stata misurata in gruppi di individui di età diversa o in individui già anziani seguiti per brevi intervalli di tempo. In questi casi non era possibile dimostrare, per esempio, che gli individui più longevi erano quelli che avevano inizialmente i telomeri più lunghi”.

    Come mai ha scelto questi uccelli per i suoi esperimenti?

    “I fringuelli zebrati rappresentano un modello ottimale per studi di questo tipo, perché pur avendo una vita medio-lunga, vivono al massimo 9 anni e possono essere facilmente allevati e fatti riprodurre in cattività. Inoltre dal punto di vista dei telomeri sono molto simili all’uomo, e basta il prelievo di un campione di sangue per misurarne la lunghezza. È chiaro che in una situazione ideale questo studio andrebbe fatto negli esseri umani. Sfortunatamente, però, la durata media della vita di un uomo è intorno a 70 anni, per cui è tecnicamente impossibile seguire un individuo per un tempo così lungo”.

    Quali sono le implicazioni di questi risultati per gli esseri umani: è possibile ipotizzare un futuro in cui basta misurare la lunghezza dei telomeri alla nascita per predire quanto una persona vivrà?

    “Innanzitutto è importante sottolineare che finora non è stato fatto uno studio equivalente nell’uomo, quindi non è possibile stabilire se i dati ottenuti sui fringuelli siano validi per gli esseri umani. Inoltre diversi fattori genetici e ambientali, come lo stress, influenzano l’accorciamento dei telomeri e accelerano l’invecchiamento dell’organismo. Pertanto, determinare la durata della vita di uno specifico individuo è un processo molto complesso e richiede la determinazione di tutti questi parametri. Infatti, a dimostrazione di questo, si è notato che, nel caso dei fringuelli, anche se a livello di popolazione gli individui con i telomeri più lunghi erano in media più longevi, non tutti avevano la stessa aspettativa di vita e alcuni uccelli con telomeri lunghi vivevano solo pochi anni”.

    Crede che la possibilità di determinare alla nascita quanto vivremo potrebbe avere delle implicazioni etiche?

    “Non credo che sarà possibile determinare con precisione, per esempio in anni, qual è l’aspettativa di vita di un individuo a partire dalla misura dei suoi telomeri. Anche se la relazione tra longevità e lunghezza dei telomeri osservata nei fringuelli fosse confermata negli esseri umani, non darebbe un’equazione matematica precisa, ma solo un’informazione di tipo probabilistico sulla durata della vita. Per quanto riguarda le problematiche etiche che potrebbero sorgere in seguito all’applicazione di questi risultati, se tali applicazioni fossero possibili, esse riguarderebbero l’uso che si potrebbe fare di tale informazione, come accade per altre scoperte che influenzano la salute umana”.

    Credit immagine: Keith Gerstung

    1 commento

    1. Ma genetisti ed epidemiologi non stavano studiando geneticamente la popolazione superlongeva di un paese sardo? che me ne frega dei fringuelli?mah..
      leggere certe frasi mi fa venire in mente se,x sbarcare il lunario,anche io possa studiare le formiche che ho in casa, chiedendo finanziamenti per metterle poi in relazione con qualche evento umano…a chid evo chiedere??
      mah..sono veramente perplessa

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