Metti l’alga nel telefonino

Si nasconde nelle pareti delle alghe brune, ma presto potremmo trovarla anche nelle batterie di telefonini o computer portatili. L’alginato, la molecola naturale già sfruttata in molti settori, dal farmaceutico a quello alimentare, permetterebbe infatti di realizzare elettrodi di nuova generazione, da utilizzare nelle batterie per renderle più durature e limitare l’impiego di sostanze tossiche. La ricerca, coordinata da Igor Luzinov della Clemson University (Clemson, Carolina del Sud) e Gleb Yushin del Georgia Istitute of Technology  di Atlanta, è stata pubblicata su Science Express.

I ricercatori sono partiti dai componenti utilizzati per produrre le comuni batterie agli ioni di litio, che si trovano in molti dispositivi elettronici, dai telefoni cellulari ai computer portatili. Gli elettrodi di queste batterie sono fabbricati mischiando una polvere conduttrice – solitamente a base di grafite – a una sostanza legante. L’impasto che ne risulta viene poi depositato su fogli metallici e lasciato asciugare. Finora molte ricerche si sono concentrate sull’ottimizzazione della polvere conduttrice mostrando, per esempio, che l’impiego del silicio al posto della grafite permette di costruire batterie dieci volte più capienti. Tuttavia sono ancora pochi gli studi dedicati a nuovi materiali leganti.

Youshin e colleghi hanno invece dimostrato che l’alginato funziona come un legante perfetto per realizzare elettrodi più stabili, anche nel caso di quelli al silicio. Questa sostanza forma inoltre una sottile pellicola che protegge gli elettrodi dal solvente elettrolitico della batteria, aumentandone quindi la durata nel tempo. Proprietà che permetterebbero all’alginato di sostituire il polivinildenfluoruro (PVDF), una sostanza attualmente utilizzata come principale legante nella produzione industriale e prodotta attraverso l’impiego di solventi tossici.

Riferiementi: Science DOI: 10.1126/science.1209150

Credits immagine: k.lee/GNU Free Documentation License/Creative Commons/Wikipedia

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