Categorie: Salute

MicroRna anticancro

Per la prima volta è stata dimostrata l’azione protettiva di un microRna nei confronti dei tumori. A riuscirci sono stati i ricercatori del Whitehead Institute e del Massachusetts Institute of Technology (Mit), che già in passato avevano messo in correlazione la sovra/sotto-espressione di certi microRna con l’insorgenza di cancro. Il lavoro apparso su Science, tuttavia, va oltre questi primi studi, focalizzando l’attenzione sul gene Hmga2 che risulta difettoso in un ampio numero di forme tumorali.

I microRna sono piccole molecole cellulari capaci di regolare l’espressione di un gene agendo sugli Rna messaggeri, molecole a esse analoghe, ma che copiano l’informazione contenuta nel Dna avviando il processo di sintesi delle proteine. I primi microRna sono stati scoperti nel 1993 nel verme Caenorhabditis elegans e a oggi sono stati identificati microRna sia in organismi vegetali che animali, essere umano compreso, sebbene la loro funzione e modalità d’azione sia ancora per molti versi oscura.

Christine Mayr del Whitehead Institute ha voluto approfondire il ruolo dei microRna nei tumori in cui il gene Hmga2 risulta difettoso, ossia in forma tronca e parzialmente sostituita con Dna proveniente da un altro cromosoma. Finora si era pensato che la proteina codificata in forma incompleta fosse all’origine del tumore, ma analizzando la regione genica rimpiazzata si è notata la mancanza di una porzione non-codificante contenente sette siti di riconoscimento per il microRna let-7. La ricercatrice si è quindi chiesta se non fosse la mancanza di questi siti, e quindi di regolazione da parte di let-7, la causa della sovraespressione di Hmga2, che sfocia nella proliferazione tumorale.

Creando dei costrutti genici Hmga2 privi di elementi di riconoscimento per let-7 e inserendoli in linee cellulari murine ha visto che minore era il numero di siti presenti sul costrutto, maggiore era l’accumulo di proteina. Non solo, in coltura ha osservato che tali cellule erano in grado di originare un numero elevato di colonie, a differenza di quelle con gene normale o ridotto. Infine, iniettando queste cellule in topi immunodepressi è stato possibile vedere che quelle con ridotto numero di siti di riconoscimento davano origine a tumore, mettendo così definitivamente in luce un nuovo meccanismo di cancerogenesi. (a.p.)

Admin

Articoli recenti

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

3 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

6 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

1 settimana fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

1 settimana fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

1 settimana fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più