Napoli e lo spettro dell’inceneritore a est

Alla vigilia dell’elezione del nuovo sindaco, a Napoli si ritorna a parlare di inceneritori e l’atmosfera si fa subito rovente. La legge n.123 del 2008, adottata dal Governo in stato d’emergenza legittimando così la militarizzazione dei suoli adibiti a discarica, prevedeva la realizzazione di un gruppo di inceneritori, tra cui quello di Napoli Est. In queste ore il progetto è ritornato alla ribalta come possibile soluzione all’ennesima emergenza rifiuti. Ma l’incenerimento è per esperti e comitati civici l’ultimo dei rimedi auspicabili (vedi Galileo).

“L’area nella quale dovrebbe essere costruito rappresenta la parte orientale del comune di Napoli occupata fino ad alcuni secoli fa dalle paludi di Volla; è un’area di grande squallore attuale causato dalla dismissione di varie industrie che hanno provocato un profondo inquinamento ambientale del suolo, sottosuolo e delle acque sotterranee”, spiega Franco Ortolani, professore ordinario di Geologia presso l’Università Federico II di Napoli. “E’ caratterizzata da una falda molto superficiale che diventa sub affiorante nel periodo piovoso, e da almeno 10-15 metri di sedimenti superficiali accumulatisi nelle ultime migliaia di anni, con caratteristiche geotecniche molto scadenti. E infatti è uno dei 55 siti di interesse nazionale dove è stata accertata una rilevante presenza di inquinamento del terreno e delle acque sotterranee, causata da preesistenti impianti chimici, petroliferi o industriali oggi dismessi”. Eppure è proprio qui che è stato proposto di costruire l’inceneritore, e il ricorso alla militarizzazione rischia di precludere al controllo della cittadinanza l’iter vitae di un possibile impianto. Un controllo che servirebbe ai cittadini per comprendere i rischi che corrono sia dal punto di vista della salute sia da quello economico (vedi Galileo).

“Le discariche sono quasi tutte sature per cui fra qualche mese si aggraverà ulteriormente il pericolo ambientale-sanitario. Seguendo un preciso e collaudato copione, da qualche mese i rifiuti sono fatti accumulare lungo le strade come testimonianza di una grave emergenza rifiuti la cui soluzione può avvenire solo con la costruzione di tre nuovi inceneritori e un gassificatore ordinati dalla legge n.1/11. Grandi opere, grandi appalti, grandi affari. Per chi?”, domanda Ortolani.

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