Gli alberi sono archivi che conservano la memoria degli uragani e dei cambiamenti climatici del pianeta. Secondo uno studio dell’Università del Tennessee (Usa), apparso sui Proceedings of the National Academy of Sciences, gli anelli che si formano nel tronco degli alberi permettono di ricostruire la storia degli cicloni degli ultimi secoli.
Gli scienziati statunitensi hanno utilizzato questo metodo per analizzare gli ultimi 220 anni di attività dei cicloni in Georgia, per i quali non sono sufficienti carte accademiche e le documentazioni navali. Alberi come i pini prendono acqua anche dalla superficie. Poiché l’ossigeno contenuto nei cicloni tropicali ha una struttura leggermente diversa rispetto ai tipici temporali, è possibile ricercare gli isotopi immagazzinati nella cellulosa dell’albero e datare gli uragani che si sono verificati nel corso del tempo.
Per distinguere gli anni, basta contare gli isotopi di ossigeno che si sono accumulati nei vari anelli di accrescimento del tronco. In questo modo i ricercatori hanno ricostruito tre grandi tempeste avvenute attorno al 1870, e periodi di intensi uragani nei primi due decenni dell’Ottocento, tra il 1840 e il 1850, e perfino attorno al 1770. (a.c.)
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