Neutrini più veloci della luce: ecco le perplessità

A meno che non siate stati chiusi in un bunker anti-atomico senza accesso a televisione o Internet per gli ultimi tre giorni avrete sicuramente sentito parlare di quella che potrebbe essere la scoperta del secolo: secondo un esperimento di fisica delle particelle effettuato tra il Cern di Ginevra e i laboratori del Gran Sasso in Italia, i neutrini potrebbero essere in grado di superare la velocità della luce. La notizia ha fatto il giro del pianeta e provocato grande eccitazione nel mondo della scienza e non solo (nonché qualche gaffe istituzionale di portata inaspettata che ha provocato l ‘ilarità della Rete).

Il risultato è talmente incredibile da essere stato accolto dalla comunità scientifica con grande scetticismo, tanto che si è ormai scatenata la caccia all’errore. Ma perché gli scienziati hanno così tanta difficoltà ad accettare questi dati?

Innanzi tutto un’evidenza di questo genere (come abbiamo già spiegato in un altro articolo) potrebbe far cadere uno dei pilastri fondamentali su cui si basa la relatività ristretta di Einstein, la teoria che come nessun’altra descrive l’Universo che conosciamo: l’insuperabilità della velocità della luce. Ma non c’è solo questo.

Secondo quanto ha detto al Guardian Subir Sakar, docente di fisica delle particelle all’ università di Oxford, questo risultato scombinerebbe la relazione di causalità: “ L’assunto che la causa non possa arrivare dopo l’effetto è assolutamente fondamentale per la nostra concezione di Universo: se salta siamo veramente nei guai”. Ma i risultati dell’esperimento, oltre ad andare contro una delle teorie più largamente accettate dalla comunità scientifica, nonché alla relazione causa-effetto, non sembra essere coerente neanche con quello che si sapeva dei neutrini.

Era infatti già successo che alcuni neutrini avessero preceduto la luce generata dalla loro stessa sorgente: nell’esplosione della supernova 1987a, infatti, queste particelle avevano raggiunto i rilevatori sul nostro pianeta addirittura tre ore prima che fosse possibile vedere l’evento, ovvero che i fotoni prodotti raggiungessero gli stessi macchinari. In quel caso però il problema era stato, in un certo senso, di traffico: i neutrini, che non interagiscono quasi per niente con la materia, avevano potuto superare indisturbati i detriti e le polveri prodotte dalla stella, mentre la luce ne era stata deviata e rallentata. Ben Still, ricercatore in fisica delle particelle all’ esperimento T2K in Giappone, ha calcolato che – data la grande distanza che separa la supernova 1987a dal nostro pianeta – se effettivamente i neutrini prodotti dall’esplosione avessero viaggiato alla velocità registrata dall’esperimento del Cern, avrebbero dovuto precedere i fotoni corrispondenti di 4,14 anni e non semplicemente di qualche ora.

Ma, a questo punto, ci si chiede: quali potrebbero essere le inesattezze nelle rilevazioni italiane che potrebbero aver portato a questi dati impossibili? Cerchiamo di fare un punto.

Come ha spiegato ad Ars Technica Jenny Thomas, ricercatrice dell’esperimento Minos al Fermilab, i problemi potrebbero essere di tre tipi: nella misura del tempo (quello che viene chiamato il tempo di volo dei neutrini), in quella della distanza tra i due laboratori e nel determinare il momento esatto in cui il getto delle particelle è stato creato: 

–  il tempo di volo dei neutrini sembra il fattore misurato con più sicurezza: gli orologi atomici usati dagli scienziati possono misurare il tempo con un errore di un secondo su 30 milioni di anni. Inoltre, per sicurezza, il team si è avvalso della collaborazione di due diverse équipe di metrologi, uno tedesco ed uno -ovviamente, dato che si parla di orologi – svizzero;

–  la misura della distanza potrebbe invece essere una candidata per l’errore: i macchinari del Gran Sasso si trovano infatti 1400 m sotto terra, e la loro posizione può essere calcolata solo in via indiretta, tramite una triangolazione di segnali Gps. In ogni caso, secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio, la distanza percorsa dai neutrini da Ginevra all’Appennino potrebbe allontanarsi da quella stimata (730.534,61 m) di al massimo 20 centimetri;

– il momento esatto della creazione del fascio di neutrini è invece forse la cosa più difficile da misurare – secondo quanto Rob Plunkett del Fermilab di Batavia ha detto al New Scientist – perché non ci sono rilevatori di neutrini in uscita nei laboratori del Cern di Ginevra. L’unico modo di calcolare questo istante è quello di estrapolarlo dai dati relativi ai fasci di protoni che producono i neutrini in Svizzera e dalla distribuzione dei dati raccolti al loro arrivo al Gran Sasso.

In ogni caso l’approccio dei vari scienziati a un possibile errore nei dati varia molto. C’è infatti chi è cauto, come Jon Butterworth, docente di fisica dello University College of London: in un articolo sul Guardian, il fisico ammette infatti di aver pensato – alla lettura della notizia – che l’esperimento dovesse contenere un errore. Ma aggiunge anche che sarebbe ingiusto fare con leggerezza dichiarazioni così dure sul lavoro di anni di un nutrito team di professionisti, senza perlomeno leggere attentamente lo studio e aspettare ulteriori conferme o smentite da altri gruppi di ricerca.

Altri, invece, hanno rilasciato commenti sicuramente più caustici. “ L’esperimento potrebbe essere corretto e il risultato possibile, ma diciamo che è più probabile che ci sia qualche errore che è sfuggito ai ricercatori”, ha detto, Jim Al-Khalili, docente alla university of Surrey, sempre al Guardian: “ Ma per farvi capire come la penso su tutta questa storia, la metterò così: se dovesse venir fuori che i dati del Cern sono corretti e che effettivamente i neutrini possono superare la velocità della luce, giuro di mangiare i miei boxer in diretta tv”.

Quel che è certo è che se non si trattasse di questo pilastro della relatività ristretta la scoperta sarebbe stata accettata senza problemi: secondo l’ articolo in cui vengono presentati i risultati – a meno di errori ancora non trovati – c’è una possibilità su 506.707.346 che questi siano sbagliati. Nonostante questo, forse è ancora prematuro sperare nei viaggi del tempo del Doctor Who o nei motori a curvatura dalle velocità superluminali dell’ Enterprise.

via: wired.it

19 Commenti

  1. Penso che il risultato del Cern vada nella direzione giusta anche se molti dubbi si possono avanzare sulle tecniche di misura adottate.
    La differenza sul tempo di volo potrebbe essere 60 ns o 200 ns circa come da me previsto 5 anni fa.
    E’ un peccato che molti fisici non prendano in considerazione le idee che escono dal seminato.
    Per approfondimenti:
    1 G.Donati – Il legame nucleare e il peso del neutrino , La Chimica e l’Industria , pp 62 – 66 Giugno 2004
    2 G.Donati – Luniverso invisibile (neutrino, quanti e relatività), ICPN pp 92 – 97 Giugno 2006
    3 G.Donati – Il messaggero del campo elettromagnetico , ICPN pp 80 – 84 Novembre 2007

  2. Nel testo si fa riferimento all’assenza di un rilevatore di neutrini in uscita dal CERN e al fatto che l’istante 0 del tempo di volo viene estrapolato a partire dai protoni che indirettamente li generano.
    Dotare il CERN di un simile rilevatore non sarebbe allora il modo più semplice per ovviare a questo problema di misura? Si otterrebbe in un colpo solo di eliminare più problemi.
    1 La disuniformità iniziale (creazione del fascio di protoni, collisione, generazione dei neutrini) verrebbe tagliata fuori dal calcolo.
    2 Effettuare la misura a partire da due rilevatori dello stesso tipo che registrano il passaggio di neutrini già creati e “in tempo di volo” potrebbe ipoteticamente (ma non inverosimilmente) annullare qualche errore sistematico diverso da quello del punto 1 e di cui magari non si è nemmeno a conoscenza come sospetto.
    3 Possibilmente (ignoro se sia possibile), dovendolo costruire ex novo, si potrebbero preventivamente adottare strategie atte ad eliminare (o ridurre ulteriormente) le incertezze nella misura della distanza tra i rilevatori.

  3. Purtroppo mi sento di commentare i commenti inviati in precedenza, visto chesiamo in una rivista scientifica, seppur online.
    A Donati: ho cercato di leggere i suoi scritti (su tesionline…). Mi sono fermato leggendo: “Ci sentiamo tuttavia a disagio nel riconoscere l’esistenza di forze di scambio perché il neutrino non sembra presentare, se non eccitato, interazioni con la materia e ci ricordiamo che la suo esistenza è stata ipotizzata da Fermi per garantire la conservazione della quantità di moto e dell’ energia nel decadimento beta.. Dopo di che nessuno lo ha più visto e lo stanno cercando ancora oggi. ”
    Affermazioni ‘non-sense’ e sbagliate. Per la prima frase, sarebbe bene un ripasso delle interazioni elettrodeboli. Il neutrino e’ stato ipotizzato da W. Pauli (1936) e non Fermi; Fermi introdusse appunto un’ipotesi di forza di interazione. E naturalmente non e’ verro che “dopodiche nessuno lo ha piu’ visto”!!! Si e’ visto eccome. Considerando che la Sua Tesi e’ del 2007, dovrebbe conoscere gli esperimenti di Cowan e Reines nel 1953, fino, appunto, all’esperimento OPERA di cui si parla nell’articolo.

    A Maurizio Mogno: l’idea e’ buona, ma non la prenderei alla leggera, ovvero non e’ di facile realizzazione. OPERA e’ stato costruito sotto il Gran Sasso (per schermare i raggi cosmici di fondo) e sono stati necessari piu’ di 10 anni e diversi milioni di euro. Inoltre il suo scopo scientifico era un altro (identificazione neutrino tauonico).
    Non esistono le condizioni per costruirne uno simile sotto il CERN (il fascio al CERN viene “sparato” verso il basso per raggiungere il Gran Sasso).

  4. Premesso non sono uno esperto ma un semplice lettore di “riviste” scientifiche alla focus per intenderci. Ho letto da qualche parte che anche la correlazione quantica ha questo “problema” del superare la velocità della luce ma poi tutto torna a funzionare come Einstein ci ha spiegato quando controlliamo il fotone in che stato è perché lo facciamo con canali che viaggiano alla velocità della luce. Potrebbe esserci dietro al esperimento del Gran Sasso lo stesso principio del poter e non poter superare la velocità della luce nello stesso istante come succede nella crittografia quantica e che tutto dipende da noi?

  5. Secondo me da profano e non scenziato, in tutta questa vicenda una cosa edince, ovvero che comunque sia o ovunque sia il vero, si ha paura anche solo di ipotizare che una simile cosa possa esser vera… Perchè prendere in conisderazione una tale ricerca scientifica vorrebbe dire aver anche l’umiltà di ammettere di aver “buttato” anni e anni di studio,deidcandosi anima e corpo a qualcosa, come la legge della relatività, che da un senso all’universo, INVANO. E ciò secondo il mio modesto parere per uno scienziato è intollerabile. Detto questo, i tempi cambiano,e nulla è detto per assoluto, chissà quanto farebbe comodo oggi una mente comme quella che fù(del nosto caro amico Einstein) nel far emergere magari un altra realtà. Infine come disse un grande poeta… Ai posteri l’ardua sentenza…

  6. Sono proprio d’accordo sul fatto che in un simile esperimento, così nuovo e complesso, gli errori sistematici potrebbero sprecarsi; ragion per cui, mi pare, la comunità scientifica, come minimo, si riserva di avere altre conferme da altri futuri esperimenti disgiunti da questo.
    Errori di calcolo della distanza sono, a mio avviso, probabili, anche perchè le coordinate del centro della Terra, eventualmente necessarie per i calcoli, non sarebbero ricavabili direttamente con i satelliti, ma solo indirettamente. Un trasmettitore nel centro della Terra non è infatti piazzabile e forse non ha nemmeno molto senso parlare di centro della Terra, non essendo la stessa una sfera od un perfetto ellissoide.

    Non parliamo poi dei due criticissimi istanti in cui i neutrini sarebbero partiti ed arrivati; penso che essi siano stati calcolati in modo indiretto, sottraendo da un tempo totale i tempi di interazione, in fase di creazione dei neutrini ed in fase di rilevamento. E se fosse mai che il tempo di volo netto, ripulito appunto di tali due tempi di interazione, fosse davvero inferiore a quello impiegato da un raggio di luce, probabilmente il principio della velocità limite c non verrebbe contraddetto comunque. Infatti, più che la velocità di “viaggio” in se stessa, è la velocità di trasmissione di un’informazione che non deve essere superiore a c, dopo aver eventualmente tenuto conto anche di eventuali indisgiungibili tempi in partenza ed in arrivo.
    E a sostegno di ciò, ricordo che il concetto, in se stesso, di velocità superiore a c, non spaventa; infatti, un “semplice” metodo per generare un punto luminoso che si muove a velocità doppia di quella della luce (2c), consiste nel prendere un potente laser e puntarlo al cielo; effettuare dunque una spazzata di 90° in un secondo. Quando il raggio, durante tale spazzata, colpisce la superficie lunare, sulla Luna il punto luminoso si muoverà a velocità 2c!
    Questa però non è ovviamente una trasmissione di informazione, in quanto quel velocissimo punto luminoso non ha portato nessuna informazione da un posto all’altro.

    E ricordo che la messa in dubbio della TRR di Einstein mette inevitabilmente in dubbio tutto l’elettromagnetismo, da cui la TRR può essere completamente estrapolata. La dimostrazione di ciò potete trovarla nel capitolo 3 del mio file al link qui riportato:

    http://www.fisicamente.net/FISICA_2/UNIFICAZIONE_GRAVITA_ELETTROMAGNETISMO.pdf

    Sulla base di ciò, risulta addirittura sbagliato continuare a chiamare teoria la TRR, in quanto la stessa è una diretta e spontanea evidenza appunto dell’elettromagnetismo, nato
    decenni, se non secoli, prima. E ragion per cui tanti, ignari della evidenza della veridicità della TRR, non battono ciglio quando qualcuno la mette in dubbio.
    Il banale trapano di casa con cui facciamo i fori nel muro per mettere i tasselli, non può ruotare senza la Teoria della Relatività Ristretta, in quanto senza di essa non ci sarebbe contrazione di Lorentz della lunghezza, e dunque niente contrazione del volume e dunque niente variazione della densità di carica negativa, rispetto alla positiva, e dunque nessun delta di forza elettrica di Coulomb, ossia quella forza che noi da secoli chiamiamo forza magnetica!
    E così, il rotore del trapano non gira più.

    Altri miei files interessanti, in materia: (ad esempio)

    http://www.mednat.org/new_scienza/strani_legami_numerici_universo.pdf

    Grazie per l’attenzione.

    Complimenti per l’interessante sito.

    Ciao.

    Leonardo Rubino.

    leonrubino@yahoo.it

  7. interessanti i vs. commenti c’è anche il fatto da tenere in considerazione che bohrn fece un’illustrazione pragmatica della relatività in diversi studi e in diverse occasioni se ne discutè a lungo delle teorie con molti scienziati e ricercatori in diversi salotti accreditati e ne venne fuori anche all’epoca una discrepanza assai nota con eistain ma non sotto l’aspetto della relatività in se stessa ma sotto l’aspetto matematico ciò è quello che forse anche oggi molti ricercatori del cerm stano facendo è in pratica tutta la legge stessa che è sotto un certo aspetto rilevante ma diversamente come affermò bohrn nelle sue tesi dove poi vennero incalzate da altri colleghi è che la legge stessa è contradditoria perchè nessuno può affermare quello che oggi a distanza di anni si è verificato ma loro lo avevano già capito circa 10 anni fa si è riusciti a teletrasportare una molecola di materia in un laboratorio distante 10 metri l’uno dall’altro esperimento in sordina si è sotto un certo aspetto ottenuto quello che oggi si è cercato con la materia anche se l’esperimento è assai più complesso da spiegare perchè si parla di disgregazione di molecole di atomi per poi ricostruirli (parliamo sempre di migliardesimi di cellule subatomiche) lei ha citato star trek si è vero quella è fantascienza ma la consapevolezza dell’essere porta l’uomo a spingersi verso nuove frontiere noi siamo lontani da quel tipo di tecnologia fantasientifica però a piccole dosi stiamo facendo grandi passi nella speranza di un futuro migliore. p.s. esperimento in australia

  8. Nessuno riprende l’osservazione di Odifreddi, secondo la quale la teoria prevede che ci sia una velocità limite oltre la quale non si può andare e che tale velocità sino a questo momento è stata identificata con quella della luce tuttavia…. Se tale osservazione pecca di ingenuità ebbene che qualcuno aiuti noi profani (sono un chimico) a chiarirci le idee. Poi sia detto fra noi, l’nvidia è un grande “motore di ricerca”.

  9. Non essendo un fisico, trovo sorprendente che, nell’articolo di presentazione della presunta scoperta, secondo quanto scritto su GALILEO, si indichi una probabilita’ infinitesimale (1 su 506 milioni) che il risultato della misura sia affetto da errore, in contrasto con quella che sembra sia l’opinione di molti altri autorevoli esponenti della comunita’ scientifica.
    Forse sarebbe il caso di essere un po’ piu’ prudenti e rivedere bene tutta le misure.

  10. Riguardo l’interpretazione del Prof. Oddifreddi, secondo cui la Relatività richiede solo una velocità limite, ma non è rigidissima sul suo valore (riassumendo e se ho ben compreso), rispondo che la natura, ormai da secoli, dimostra all’uomo che non solo esiste una velocità limite, ma che questa è c, e non (c+dv).
    Sempre con riferimento al Capitolo 3 del mio file al link:

    http://www.fisicamente.net/FISICA_2/UNIFICAZIONE_GRAVITA_ELETTROMAGNETISMO.pdf

    se una velocità limite non esistesse, il campo magnetico non potrebbe esistere, ma forse esisterebbe solo quello elettrico. Non solo; ricordo umilmente al Prof. O. che la natura, sempre ormai da secoli, ci ricorda che questa velocità è c, e non un’altra, ed essa vale 1 su radice di (eµ), da cui le equazioni che tutti conosciamo per il calcolo del campo magnetico in un avvolgimento ecc. Se c cambia, cambia pure l’intensità di un campo magnetico creato da una data corrente elettrica, ma mi risulta che variazioni inattese di questo tipo non siano mai state trovate.

    Per ultimo, dal momento che, sempre con riferimento al mio file al link qui sopra, la velocità della luce è un limite perchè è l’Universo che sta collassando a velocità c, penso, di conseguenza, che i neutrini, seppur particelle speciali e sfuggevoli, debbano comunque piegarsi a tale imposizione, dettata da niente di meno che l’Universo…

    Grazie ancora per l’attenzione.

    Complimenti per l’interessante sito.

    Ciao.

    Leonardo Rubino.

    leonrubino@yahoo.it

  11. mah…
    chissà se hanno tenuto conto della rotazione della terra…
    per curiosità ho fatto una valutazione sulla riduzione della distanza considerando solo la rotazione sul proprio asse e vengono circa 30-40cm…

    ma è stata considerata? 🙂

    filippo

  12. non sono per nulla addetto ai lavori e quindi la mia domanda sarà certamente ovvia e forse stupida. Da quando ho capito il problema è quello di fissare una velocità limite.
    Non potrebbe esistere una velocità solo maggiore di quella conosciuta ed ipotizzata.
    Grazie

  13. E se la Gelmini avesse ragione ?
    Se le geodetiche della curvatura spazio tempo impressa dalla gravità terrestre non fossero le linee di minima distanza tra punti i neutrini potrebbero aver percorso uno spazio inferiore a quello teorico, cioe’ il famoso tunnel…Potrebbe chiamarsi effetto Gelmini e salverebbe capra (esperimento) e cavoli (limite c)

  14. Gigi, se alzi il valore della velocità della luce, innanzitutto devi avere delle evidenze per farlo. Se risulta che la luce viaggia sempre a c, non si può toccare il suo valore.

    Inoltre, come già dicevo, ad esempio il fatto che la velocità nell’Universo ha un limite superiore (vedi, ad esempio il mio link:)

    http://www.fisicamente.net/FISICA_2/THEORY_OF_RELATIVITY.pdf

    implica la relatività dello spazio e del tempo (pag. 2 e 3), tramite le trasformazioni di Lorentz. Ora, se davvero la natura ci mettesse in mano un oggetto più veloce di c, allora noi potremmo usarlo per effettuare misure di tempo e di spazio, e la relatività di spazio e tempo verrebbe modificata quanto più l’aumento di c è grande. Ma poi la natura, tramite, ad esempio, l’effetto relativistico di comparsa di un campo magnetico come effetto elettrico di variazione relativistica della densità di carica (rif. al Par. 4.1 del link prima citato) fa risultare tale campo di un’intensità tale che numericamente la velocità della luce risulta essere la c che conosciamo, non un’altra.
    Poi, ripeto, dal momento che il delta di velocità da loro misurato è relativamente molto piccolo, secondo me si tratta di un errore annidato da qualche parte.
    Poi, ad esempio, anche su Nature News hanno ricordato che il ritardo misurato tra l’arrivo dei neutrini e quello della luce, con l’esplosione della supernova 1987a, avrebbe dovuto essere invece che di 3 ore (causa i minori ostacoli incontrati dai neutrini) di anni, se il delta velocità fosse stato quello della notizia recente…

    Saluti.

    Leonardo Rubino.

    leonrubino@yahoo.it

  15. NEUTRINI SUPERLUMINALI: UNA NOTIZIA CHE NON ANDAVA NEANCHE PROPOSTA…

    di Leonardo Rubino
    leonrubino@yahoo.it
    01 Luglio 2012

    Oggi, a bocce ferme, a distanza di quasi un anno (non manca molto) da quella notizia da CERN ed OPERA,
    possiamo fare qualche considerazione; drastica e drammatica, purtroppo. Quella notizia non era nemmeno da
    dare.
    Io, personalmente, presi subito le distanze e alcuni dei blog citati qui sotto (in Links vari) lo testimoniano.
    E i risultati che li indussero a dare una simile notizia non erano nemmeno da prendere in considerazione, in
    quanto una persona che ha compreso la fisica (e che, in generale, non c’entra nulla con il fatto che uno abbia,
    o meno, una laurea in fisica, o cariche prestigiose in campo fisico) doveva spontaneamente pensare subito
    all’errore di misura e/o di valutazione.
    Nel 1919 alcuni eminenti scienziati scherzavano (e neanche tanto) sul fatto che solo tre persone al mondo, in
    quel momento, capivano la Relatività. Beh, forse, da quegli anni ad oggi, le cose non sono evidentemente
    cambiate molto.
    Le Università conferiscono solo i titoli di studio, non la intima e profonda comprensione dell’Universo; quest’ultima la fornisce solo
    il Creatore; e, di volta in volta, a chi vuole lui! E le prestigiose riviste scientifiche ufficiali possono solo esigere endorsements di
    provenienza accademica, mentre quelli di origine cerebrale, ancora una volta, li offre solo il Creatore; e, ancora una volta, a chi pare
    a lui.
    Purtroppo, invece, la notizia venne data; anzi, tempo prima, pare che un illustre scienziato (un canuto
    scienziato italiano) già fece trapelare la cosa, precaldeggiando, in qualche modo, la futura pubblicazione
    della notizia di neutrini più veloci della luce. E poi, pare che dichiarò:
    “Una delle scoperte più importanti dai tempi di Galileo”
    Sappiamo tutti, però, come è poi finita parecchi mesi dopo: con una clamorosa smentita ufficiale del tutto.
    E poi, a notizia pubblicata, addirittura altri scienziati illustri, come, ad esempio, una illustre astrofisica
    italiana, nonchè un illustre matematico italiano (molto noto in TV) presero posizione, in qualche modo, a
    favore dei neutrini tachionici; la prima, pare, sottolineando che la cosa poteva essere inquadrata nell’ambito
    del progresso della scienza che, dopo anni ed anni di convinzioni su fatti come quello della velocità limite
    della luce, stava, ad un certo punto, offrendo all’uomo la rivoluzione, lo sconvolgimento, del tutto plausibile
    e chiudendo con una sorta di :
    “Una scoperta clamorosa e totalmente inattesa che aprirebbe prospettive teoriche completamente nuove.”
    (ecc…)
    Non osservò, però, che la stessa aprirebbe le porte anche all’assurdo…da cui, quelle porte è meglio tenerle
    chiuse…
    Il secondo, sempre accogliendo la notizia dei neutrini superveloci, invece di prendere immediatamente le
    distanze, pare abbia dichiarato:
    “La relatività di Einstein non prevede affatto che la velocità della luce non possa essere superata! Lo si dice
    continuamente, ma questo non significa che sia vero. Ciò che la relatività prevede, è soltanto che ci debba
    essere una velocità limite che non può essere superata. Gli esperimenti, finora, sembravano indicare che
    questa velocità insuperabile fosse quella della luce nel vuoto, e forse dovremo cambiare espressione: invece
    di dire che non si può superare la velocità della luce, magari un giorno diremo che non si può superare
    quella dei neutrini.”
    Eh no. La natura lo dice eccome che la velocità limite deve essere c=299.792,458 km/s, pena il crollo di tutto
    l’elettromagnetismo, le cui leggi consolidate sono, ad esempio, alla base del funzionamento del PC tramite il
    quale voi state ora leggendo e tramite il quale egli ci ha reso nota la sua opinione in merito…
    Poi, a parte che il principio della velocità limite comparve forse già con Lorentz, prima di Einstein, ed in un
    contesto tutto elettromagnetico, tramite le sue trasformazioni e prima della relatività appunto; ma poi, la
    Teoria della Relatività Ristretta lo dice che la velocità limite deve essere c e non un’altra.
    A tal proposito, qui sotto, a pagina 3, nella mia trattazione intitolata “SULLA ILLUSORIETA’ DELLA
    FORZA MAGNETICA”, viene data dimostrazione del fatto che la forza magnetica ha un chè di illusorio,
    perlomeno nella sua essenza, in quanto venne battezzata, dai pionieri dell’elettromagnetismo, con un nome a
    sè, ossia come “forza magnetica” appunto, ma ignorando, al tempo, che la stessa era invece, nè più, nè meno,
    che una pura forza elettrica di Coulomb, ossia nè più nè meno che una pura attrazione e/o repulsione
    “elettrica” tra cariche elettriche.
    E le vennero infatti assegnate linee di forza (magnetiche) speciali, distinte da quelle elettriche del campo
    elettrico.
    Sì, già con Maxwell si giunse alla consapevolezza che l’elettricità ed il magnetismo erano intimamente legati,
    nella misura in cui da uno si otteneva l’altro; le cariche elettriche in moto fanno comparire un campo
    magnetico ed una forza magnetica (nel vostro trapano di casa, ad esempio, all’interno del quale avviene la
    contrazione relativistica di Lorentz, quando lo utilizzate! E poi dicono che la Relatività è lontana dalla vita di
    tutti i giorni…); ed un campo magnetico variabile può indurre una corrente elettrica (nell’alternatore della
    vostra auto, ad esempio).
    Ma il segreto stava proprio qui: nel moto. E perché? Perché, come stiamo per vedere, col moto si ha la
    contrazione relativistica di Lorentz, ossia la variazione del distanziamento tra le cariche ELETTRICHE e,
    dunque, la variazione della densità di carica ELETTRICA, ossia la variazione della forza ELETTRICA ed a
    questo delta di forza ELETTRICA venne dato originariamente il nome di forza MAGNETICA.
    E cosa c’entra ciò con il valore della velocità limite? C’entra, in quanto questa corrispondenza tra forza
    elettrica e forza “magnetica” si corona solo ammettendo che la velocità limite sia a 0 0 c =1 e m (equazione
    6, qui sotto), ossia proprio la velocità della luce nel vuoto c, e non un’altra. Supporre l’esistenza di un oggetto
    più veloce di c significa rinnegare la realtà elettromagnetica, ossia la realtà in generale. Ciò che non hanno
    invece chiaro certi illustri scienziati.
    In altre parole, se la natura davvero ci mettesse in mano un oggetto più veloce di c, allora noi potremmo
    utilizzarlo come strumento speciale per compiere misure di spazio e di tempo sulle cariche elettriche in moto,
    vanificando la sussistenza della contrazione di Lorentz (supportata appunto dalla velocità limite c, appunto
    vanificata da tale oggetto) e la sussistenza della forza magnetica, che è reale, sebbene elettrica anch’essa,
    nella sua vera essenza.

    leggi tutto su:

    http://www.scribd.com/doc/98810797/Neutrini-Superluminali-una-Notizia-Che-Non-Andava-Neanche-Proposta

    Saluti e cordialità.

    Leonardo Rubino.

  16. Una ipotesi banale ma credibile?
    I fotoni devono viaggiare nell’ atmosfera terrestre al di sopra del suolo. I neutrini viaggiano al di sotto della superfice terrestre con un percorso più breve.
    Non servono nemmeno dimensioni spaziali extra alla fisica classica.
    Sopra il suolo e secondo la curvatura terrestre la luce fotonica.
    Sotto il suolo infischiandosene della curvatura terrestre i neutrini.
    Saluti carissimi

  17. Alcuni Fisici e matematici di oggi congetturano decine di teorie sbagliate, a motivo di cattive applicazioni di filosofia e analisi del linguaggio.
    Invece gli antichi filosofi italici e greci non hanno mai confuso le antinomie assurde e non costruibili, con i paradossi immaginari della matematica.
    La natura materiale sensibile fu ritenuta da loro un modello irreale, mentre il pensiero fu considerato la realtà mentale dell’Essere VERO.
    Le ipotesi assurde venivano scartate fin dai primi lemma palesemente illogici, come premesse errate di teorema non costruibili.
    Altresì queste ipotesi assurde venivano anche usate come tesi false di rincalzo, proprio per dimostrare le tesi principali VERE.

    I matematici odierni invece hanno rovinato la fisica con congetture che sono proprio quelle vecchie dimostrazioni per assurdo, di ciò che non può esistere perché non è costruibile.
    Poi le chiamano paradossi e provano a dimostrarle vere.
    Queste congetture sono invece antinomie, ovvero contraddizioni irrisolvibili.
    I paradossi sono invece sistemi matematici impostati con assioma diversi, ma ciascuno coerente nel proprio sistema.
    Pertanto i paradossi non sono assurdità non costruibili in assoluto, ma sono modelli separati e disgiunti tra loro, che non si contraddicono affatto, essendo tutti costruiti con numeri immaginari, in sistema separati e ipotetici.
    Infatti esistono diverse geometrie e diverse matematiche tutte coerenti a se stanti e quindi non contraddittorie tra loro, perché sono tutte solo ipotesi immaginarie.
    Nell’ESSERE MENTALE però, nessuno di questi teorema è il vero modello della realtà fisica apparente.
    NON ESISTONO QUINDI BUCHI NERI, MULTI VERSI, STELLE ESOTICHE CHE SUPERINO IL PRINCIPIO DI ESCLUSIONE DI PAULI E LO STATO DI PLASMA DEGENERE, NON ESISTE IL BOSONE DI HIGGS E NON SONO POSSIBILI I VIAGGI NEL TEMPO.
    LA FISICA DELLA RELATIVITA’ E’ DUNQUE MATEMATICA TRAVISATA IN EVENTI MATERIALI, che dimostra invece per assurdo, proprio tutto ciò che la materia non può fare, (raggiungere o addirittura superare la velocità dell’informazione luminosa, contrarsi o essere compressa all’infinito e simili panzane).
    Certo coi numeri si può fare anche ciò che la scienza e l’osservazione negano possibile.
    In realtà però le super nove esplodono, le stelle di neutroni dissipano l’energia gravitale in velocità di rotazione e calore e non si comprimono affatto in buchi neri.
    Ciononostante i matematici pur andando contro le evidenze osservate, aggiungono valori inesistenti di ulteriore gravità nei loro calcoli e s’inventano singolarità inesistenti e impossibili.
    Pertanto le loro congetture arbitrarie sono solo dimostrazioni per assurdo, proprio di ciò che non può accadere alla materia.
    Concludendo.
    E’ difficile ragionare con la logica, con chi ha una volontà di potenza negativa.
    Molti sono innamorati degli alieni, dei buchi neri, dei viaggi nel tempo, ma preferiscono che Dio non esista. Stranissimo sentimento questo simile al pessimismo pagano.
    Pertanto ad alcuni piace la materia e diviene assurdamente creduto che essa pur essendo chiaramente inerte possa divenire magicamente un insieme sempre più complesso e che quindi si mette infine a ragionare.
    In altre parole questi nichilisti credono nel cervello senziente e negano la Mente che realmente pensa.
    Gli antichi primi filosofi italici e greci avevano invece genialmente già chiarito che La Mente è l’Essere reale invisibile e che la materia è solo un’idea immaginaria nella Mente.
    In pratica tutto ciò è come dire che la fisica quantistica ci parla dell’Essere reale la Mente, e la fisica della relatività ci parla delle cose materiali immaginarie e apparenti, ma solo in forma di modello cibernetico avvertibile ai nostri sensi.
    Così va il mondo oggi, dopo l’illuminismo massonico diffuso.
    Questa è ritenuta a torto l’era dei lumi e Parmenide, Zenone, Pitagora e Socrate sono ora distorti dai sofisma delle opinioni gratuite.
    Vincenzo RUSSO iltachione@alice.it ; http://www.webalice.it/iltachione.

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