La lotta per la salvaguardia dei grandi cetacei ha subito una amara sconfitta. Venerdì scorso la Commissione baleniera internazionale (Iwc), di cui fanno parte 41 paesi, ha respinto la proposta di creare un’area protetta a loro dedicata nel sud dell’Oceano Pacifico. Con somma soddisfazione dei paesi che per ragioni economiche si opponevano al progetto – Cina, Norvegia e Giappone – non è stata raggiunta la necessaria maggioranza del 75 per cento. Il progetto, presentato dagli australiani e appoggiato da Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Stati Uniti, intendeva salvaguardare le balene dal rischio estinzione. La diminuzione dei grandi cetacei ha infatti assunto dalla metà degli anni ottanta dimensioni mondiali. Ma gli interessi economici delle nazioni che praticano la caccia alle balene hanno prevalso sulle ragioni dell’etica ambientalista. In particolare i giapponesi, che solo nell’ultimo anno hanno ucciso oltre 500 cetacei, hanno rivendicato il diritto di catturare gli animali per “ragioni scientifiche”. E hanno brindato al fallimento della proposta australiana definendolo “una vittoria della scienza sulle emozioni”. Ma gli ambientalisti australiani non si arrendono: per il congresso del 2001, che si terrà a Londra, contano di ripresentare il progetto, sperando di sensibilizzare nel frattempo parte degli undici paesi che hanno votato a sfavore. (f.g.)
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