Categorie: Fisica e Matematica

Numeri in laguna

E otto. Il convegno veneziano “Matematica e cultura” (Venezia, 26-28 marzo 2004) arriva alla sua ottava edizione, dimostrandosi un appuntamento ormai tradizionale per discutere di matematica e dei suoi quanto mai vasti dintorni. Anche l’appuntamento di quest’anno ha raggiunto un ottimo livello, nonostante la prima giornata dei lavori sia stata spostata in extremis nella splendida Scuola di San Giovanni a causa dello sciopero generale che ha bloccato anche le attività delle università. Il trasloco dell’ultimo momento non ha però diminuito il respiro degli interventi, al contrario. Dov’è mai possibile ascoltare in breve tempo relazioni che spaziano dalla matematica implicita negli arabeschi ai modelli epidemiologici di diffusione dell’Hiv/Aids nell’Africa sub sahariana, dalla costruzione meticolosa delle antiche Murrine di vetro veneziano ai frattali dipinti a mano sulle tele di Jackson Pollock? Sono questi solo alcuni dei diversi lavori presentati a Venezia, in un riuscito mix di arte, scienza e cultura accompagnato da un tono informale e un’atmosfera per certi versi quasi familiare, il che non guasta, visto che l’audience è quanto mai composita e va dal matematico di fama internazionale agli studenti liceali più appassionati. Gian Marco Todesco, per esempio, ha potuto presentare alcune affascinanti applicazioni di computer grafica legate all’animazione di quelli che una volta erano semplici “cartoni animati” e oggi complessi software a tre dimensioni, che permettono trasformazioni di solidi in modalità prima d’oggi impensabili. E lo schermo del computer non faceva in tempo a spegnersi che Giovanni Sarpellon dell’università Ca’ Foscari ha iniziato a presentare le raffinate tecniche artigianali impiegate da secoli per costruire le “murrine” veneziane, miniature di vetro lunghe pochi millimetri ma capaci di contenere interi ritratti di personaggi storici, pavoni piumati o soggetti naturali.Non è mancata la discussione dell’applicazione della matematica in ambito biomedico, e in questa sessione sono state ottime le relazioni di Marcela Villareal, alto dirigente della Fao, che insieme a Gianpaolo Scalia Tomba dell’università di Roma Tor Vergata ha presentato le difficoltà matematico-statistiche dei modelli epidemiologici che le Nazioni unite utilizzano per calcolare la diffusione dell’Aids nell’Africa nera e, soprattutto, prevedere l’impatto sociale della malattia. Mentre Luigi Preziosi del Politecnico di Torino ha raccontato gli ultimi promettenti sviluppi della matematica applicata alla cura dei tumori, con i modelli tridimensionali della diffusione delle cellule cancerogene negli organi umani. Nella stessa sessione, passando da un argomento all’altro, l’americano Richard Taylor ha illustrato “l’espressionismo frattale” utilizzato da Jackson Pollock nei suoi quadri. L’artista statunitense era una sorta di macchina umana per disegnare frattali, capace di tratteggiare con una postura caratteristica (Pollock dipingeva in piedi facendo colare l’olio sulla tela) figure tutt’altro che casuali: linee matematiche ben definite che permettono di distinguere, per esempio, le opere originali dalle numerose imitazioni disegnate ad arte. La matematica e il mistero dei numeri permeano così campi quanto mai ampi, spesso vicini a quello che ci circonda. Il convegno veneziano è quindi capace di allontanare dalla mente quella patina di noia e ingiustificata aura di difficoltà che circonda nei ricordi di molti lo studio dell’aritmetica e della geometria fin dai banchi delle elementari. Un risultato non da poco, raggiunto con garbo e rigore, e perfino perché no, con punte di divertimento e piacere estetico, come con la performance di Lauren Weiss, flautista interprete dell’opera per flauti e nastro quadrifonico “Mathmatica” composta dal contemporaneo Ed Campion. Uno splendido mix di musica generata al computer con criteri matematici e il soffio armonico che spira nel flauto dell’artista.E’ insomma un bell’appuntamento quello veneziano, e sarebbe un peccato che dovesse svanire. L’edizione 2004 – alla cui realizzazione Galileo ha in parte collaborato – infatti potrebbe essere l’ultima, perché difficoltà organizzative ed economiche si addensano sul futuro di un convegno-festival che raccoglie ogni anno nell’Auditorium di Santa Margherita oltre 300 persone.

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