L’esposizione a un fungicida, insieme ad altre sostanze inquinanti, potrebbe favorire l’insorgenza del morbo di Parkinson. Lo sostiene uno studio condotto presso l’Università di Rochester, e pubblicato in due successivi articoli usciti su NeuroToxicology, uno lo scorso dicembre e l’altro nel numero di febbraio. I ricercatori hanno trattato alcune cellule celebrali con il bifenolo policlorurato (PCBs), un lubrificante industriale messo al bando nel 1977 ma comunque presente nell’ambiente. In diversi casi, nel tessuto cerebrale di malati di Parkinson sono stati trovati alti livelli di PCB. Si crede che questo composto, accelerando la produzione di radicali liberi, danneggi le cellule cerebrali, e che questo abbia un ruolo nello sviluppo della malattia. Le cellule attaccate sono, in particolare quelle che compongono la sostanza nera e fonti principali della dopamina. La riduzione della dopamina nel cervello porta il paziente a manifestare tremori e difficoltà motorie e fonatorie sempre più gravi, sintomi tipici della malattia di Parkinson. Lo studio ha dimostrato come l’associazione con il Maneb, un fungicida comunemente usato in agricoltura possa ridurre l’efficienza del sistema che protegge le cellule del cervello dall’azione dei radicali liberi. Secondo Opanashuk questa scoperta potrebbe aprire la strada all’introduzione di farmaci che potranno prevenire, rallentare o fermare i danni provocati dal morbo di Parkinson. (g.ca.)
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