Più di duemila esecuzioni, oltre cinquemila condanne a morte e 20 mila prigionieri in attesa nei bracci della morte. Sono i numeri della pena di morte per il 2005 resi pubblici oggi da Amnesty International. Il 94 per cento delle esecuzioni ha avuto luogo in Cina, Iran, Arabia Saudita e Usa. Tra questi paesi a fare la parte del leone è la Cina, con 1.770 esecuzioni accertate (80 per cento del totale), anche se, secondo un esperto legale cinese, il numero sarebbe molto più alto e toccherebbe la quota ottomila. Lo stesso vale per Iran e Arabia Saudita: i numeri ufficiali parlano rispettivamente di 94 e di 86 prigionieri uccisi, ma si sospetta che ne siano stati molti di più. Sono state invece 60 le esecuzioni in Usa, più di mille dal 1976, quando fu reintrodotta la pena capitale. Oltre all’approssimazione dei dati, dovuta all’alone di segretezza che avvolge l’applicazione della pena capitale in molti paesi, precisa Amnesty, la cosa sconcertante è che essa è spesso applicata in modo discriminatorio, a seguito di processi iniqui o per ragioni politiche. La Cina manda a morte per reati come la frode fiscale o l’appropriazione indebita. Si teme che i profitti derivanti dall’espianto degli organi delle persone uccise sia un incentivo a mantenere questa pratica. In Arabia Saudita invece i prigionieri vengono prelevati dalle loro celle e uccisi senza essere informati della condanna a morte e altri a seguito di processi svolti in una lingua a loro sconosciuta. In Bielorussia e in Uzbekistan non solo non si svolgono processi equi e vengono estorte confessioni attraverso la tortura, ma le autorità non informano neanche i prigionieri e i loro familiari sulla data di esecuzione. I loro corpi non vengono restituiti ai parenti, ai quali spesso viene tenuto nascosto persino il luogo di sepoltura. Ma a fronte di queste pratiche ancora in uso, c’è una tendenza sempre più consistente verso l’abolizione della pena di morte. Negli ultimi 20 anni il numero degli Stati che eseguono condanne a morte si è dimezzato. Nel 2005 è risultato in calo per il quarto anno consecutivo. Lo scorso anno il Messico e la Liberia hanno abolito la pena capitale per tutti i crimini. (r.p.)
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