Negli ultimi dieci anni sono aumentate le malattie provocate dalla presenza di agenti patogeni nel cibo. E’ questo l’allarme lanciato oggi a Budapest alla prima Conferenza Pan-Europea sulla Sicurezza e la Qualità alimentare organizzata dalla Fao e dall’Oms. Anche se in Europa il cibo è soggetto a numerosi controlli, “il numero delle persone che si ammalano o che muoiono per ciò che mangiano è ancora troppo alto”, ha affermato Hartwig de Haen, del centro direttivo della Fao. Nei Paesi industrializzati – secondo le stime dell’Oms – una persona su tre si ammala ogni anno a causa dei microbi presenti negli alimenti: a rischio sono soprattutto i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani, i malati e i poveri. I pericoli maggiori derivano dalla listeria, un agente infettivo presente nei cibi precotti, dal campylobacter, un batterio che si trova nel pollame, dal vibrione nel pesce e dalla salmonella nelle uova e nel pollame. Oltre che dai microbi, il cibo è contaminato dai veleni chimici delle industrie, come la diossina, il cadmio e il piombo. Inoltre le politiche e le leggi nazionali, così diverse tra loro, non migliorano la situazione. Per questo, la prima sfida lanciata dalla Fao e dall’Oms è proprio di armonizzare i sistemi di sicurezza alimentare, favorendo la collaborazione tra le autorità a livello nazionale e internazionale, attraverso strategie di prevenzione che rendano sicuro il percorso del cibo dalla fattoria alla tavola. (d.d.v.)
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