Spazio

Perseidi, è già tempo delle stelle cadenti di agosto

Passati gli entusiasmi e il tempo di caccia alla cometa Neowise, che ha illuminato i cieli di luglio, lo spettacolo nei cieli estivi continua. Con uno degli appuntamenti più famosi di tutto l’anno: le Perseidi, le stelle cadenti per antonomasia, in realtà uno spettacolo gentilmente offerto, anche in questo caso, da una cometa.

I giorni delle Perseidi

Quella madre delle meteore anche note come lacrime di San Lorenzo (perché generalmente si osservano a cavallo del 10 del mese), è la 109P/Swift-Tuttle. Impiega oltre cento anni per compiere un giro intorno al Sole, e quando la Terra si trova, in questo periodo, ad attraversare la zona di spazio ricca dei pezzi persi dalla cometa nel suo viaggio (ma anche gli asteroidi possono dare origine a sciami meteorici, come accade per le Geminidi), questi incontrando la nostra atmosfera si incendiano. Uno spettacolo concentrato nei giorni dell’11 e 12 agosto, ma che complessivamente dura oltre un mese. Secondo quanto riferiscono dall’Unione Astrofili Italiani (Uai) le Perseidi appaiono nei cieli estivi già dalla metà di luglio e dureranno fino al 24 agosto (e non saranno le uniche meteore nel cielo d’agosto).

Sembrano originarsi dalla costellazione di Perseo (a cui devono il nome), sono abbastanza facili da vedere (basta guardare verso Nord, ricordano dalla Nasa), meglio nella seconda parte della notte, da mezzanotte all’alba. E non solo a ridosso del massimo di attività: anche questi giorni e fin verso la fine del mese sarà possibile ammirare lo spettacolo delle loro scie con un po’ di fortuna, pazienza e cieli tersi.

2020, un anno favorevole per le osservazioni

Quello delle Perseidi è assicurato grazie a un mix di fattori unici, dovuti sia alla caratteristiche dello sciame in sé che delle condizioni astronomiche. Le meteore infatti non solo sono tante (in condizioni ottimali si stima che lo sciame meteorico possa toccare circa 100 eventi all’ora) ma sono anche alquanto luminose a lungo. Specialmente perché, continuano dall’Agenzia spaziale americana, possono generare i cosiddetti fireball, stelle cadenti più brillanti e durature rispetto alla media: accade quando i detriti che bruciano a contatto con l’atmosfera sono particolarmente grandi. E, bonus per il 2020, quest’anno la Luna – in fase di Luna nuova il 19 del mese, con la cosiddetta Black moon, come chiamano oltreoceano la terza Luna nuova in una stagione con quattro – darà poco fastidio con la sua luminosità durante le osservazioni.

Riferimenti: Nasa, Uai (link nel testo)

Credits immagin di copertina: Madhuvan Yadav on Unsplash

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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