Vita

Stiamo in piedi da molto più tempo

L’andatura bipede è molto più antica di quanto si pensasse. Alcuni fossili di Morotopithecus bishopi, un primate arboricolo grande come uno scimpanzé vissuto 21 milioni di anni fa nell’attuale Uganda, presentano nella struttura dello scheletro e delle vertebre forti analogie con le caratteristiche che nell’essere umano consentono di assumere la posizione eretta. Potremmo quindi avere un progenitore molto più antico di quelli che finora erano ritenuti i primi bipedi, risalenti a sei milioni di anni fa.

Aaron G. Filler del Museo di Zoologia Comparativa dell’Università di Harvard e del Cedars-Sinai Institute for Spinal Disorders di Los Angeles ha trovato la conferma di questa ipotesi nello studio dei geni omeotici, quei geni che durante lo sviluppo embrionale regolano lo sviluppo delle altre cellule disegnando la mappa dell’organismo.

Bipedismo: fu una mutazione genetica repentina

Secondo la teoria di Filler, formulata sulla base di osservazioni sullo sviluppo embrionale della spina dorsale in oltre 200 specie di mammiferi, sarebbe stata una mutazione genetica molto repentina a determinare la svolta nella deambulazione dei primati. Il corpo di molti vertebrati, compresi i mammiferi, è diviso frontalmente in due da un piano posto davanti al canale spinale detto setto orizzontale; la mutazione, affermatasi in tempi molto brevi, avrebbe spostato questo setto dietro la corda, nella regione lombare rendendo più efficiente l’andatura a due zampe, come avviene negli umani.

Morotopithecus antenato delle scimmie antropomorfe

Secondo Filler, il Morotopithecus sarebbe un progenitore comune dell’essere umano e delle altre scimmie antropomorfe. Scimpanzé, oranghi e gibboni avrebbero però inizialmente camminato su due zampe prima di assumere l’andatura sulle nocche che oggi osserviamo. Le abitudini arboricole di questo primate del basso Miocene fanno supporre che la posizione eretta sarebbe stata assunta per la prima volta sui rami degli alberi anziché sul suolo, presumibilmente per avere gli arti anteriori liberi e raggiungere il cibo più facilmente.

Alla luce di questa teoria, il bipedismo sarebbe così apparso molti milioni di anni prima dell’australopiteco Lucy, il nostro antenato più famoso, vissuto “soltanto” tre milioni e mezzo di anni fa.

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

Articoli recenti

Immergersi in un buco nero, grazie a una simulazione

Un viaggio attorno alla porzione di spazio-tempo più buia e misteriosa che conosciamo, fino ad…

1 giorno fa

Una modifica al paradosso di Schrödinger per conciliare quantistica e relatività

Un gruppo di fisici dell’Università di Trieste (e di altri istituti) ha proposto una sorta…

2 giorni fa

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

6 giorni fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

1 settimana fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

2 settimane fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più