I defibrillatori cardiaci per interventi di primo soccorso non sono granché utili. Almeno stando a quanto si legge sul British Medical Journal di questa settimana che riporta gli esiti di due studi condotti i cui obiettivi erano stimare l’effettivo beneficio e la convenienza economica del posizionamento di fibrillatori in luoghi pubblici. Il primo studio ha avuto come protagonisti una squadra di vigili del fuoco e due distretti di polizia dell’area metropolitana di Amsterdam. Suddividendo la squadra e i distretti in due gruppi, uno di controllo e uno di prova, e alternandoli quadrimestralmente, è risultato che i vantaggi per gli ospedali sono pressoché irrilevanti, a fronte di un modesto beneficio, in termini di velocità nella riattivazione della circolazione, per il paziente. Nel secondo studio, condotto in Scozia, si è proceduto a una valutazione economica della dislocazione dei fibrillatori in luoghi pubblici con grande afflusso, quali stazioni, aeroporti e stazioni dei pulman. I ricercatori hanno potuto verificare, considerando i tempi di ritorno economici, che l’investimento è sconveniente, decretando pertanto l’abbandono di questa strategia di pronto soccorso alternativa. (i.l.c.)
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