Profiling inutili al check-in

Se vi recate a un aeroporto verrete “classificati” in base alla probabilità di essere dei terroristi. Questa particolare scala di valutazione si basa principalmente su etnia e religione e determina chi deve essere fermato per un controllo più approfondito e chi no.

Ma ha veramente senso selezionare i passeggeri da controllare in questo modo? Matematicamente parlando, no: questo sistema non garantisce risultati migliori che svolgere controlli casuali. Lo dimostra William H. Press, biologo computazionale ed esperto di informatica dell’Università del Texas (Usa) nel suo studio pubblicato da Proceedings of the National Academy of Sciences.

Supponiamo che, sulla base del profilo, una persona abbia una probabilità di essere un terrorista cento volte maggiore della media: questo passeggero, benché innocente, attualmente viene fermato cento volte più degli altri, con un grande spreco di risorse.

Press propone invece di utilizzare la regola della radice quadrata: le persone che appartengono al gruppo “indice di pericolosità 16” (che hanno cioè una probabilità 16 volte più alta rispetto al valore medio di avere una bomba nello zaino) andrebbero considerate come se appartenessero al gruppo con indice di pericolosità 4 e fermate e controllate quattro volte più della “media” (non 16). Questo perché i terroristi sono molti di meno degli innocenti e si eviterebbe di esaminare le stesse persone in continuazione, come accade ora.

La soluzione statistica proposta dallo studioso è la stessa già utilizzata in biologia per individuare particolari frammenti di Dna. Anche se migliore, anche questo sistema ha grandi limiti: “Probabilmente non dovremmo fare nessun tipo di selezione”, ammette lo studioso. Anche perché rinunciare ai criteri su cui si basa la classificazione risolverebbe le questioni etiche e legislative legate alla discriminazione razziale e religiosa.

Secondo Amnesty International, negli Usa 24 stati vietano esplicitamente di selezionare i passeggeri in base a etnia, ma soltanto 4 vietano di motivare i controlli su base religiosa. Ma la Tsa (Transportation Security Administration), che effettua i controlli di sicurezza negli aeroporti statunitensi, ha abbandonato lo sviluppo di un algoritmo che crei profili non-razziali per identificare passeggeri potenzialmente pericolosi, puntando a sviluppare ulteriormente il sistema attuale. Uno sforzo che, secondo Press, non è più utile che affidarsi semplicemente al caso. (l.c.)

Riferimento: Pnas, DOI: 10.1073/pnas.0813202106

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