Una semplice spruzzata di idrossido di calcio potrebbe risolvere il problema del deterioramento dei manoscritti. Lo ha dimostrato un gruppo di ricercatori dell’Università di Firenze, coordinati da Piero Baglioni, che ha riportato alle condizioni originali un vecchio documento del XIV secolo. Secondo lo studio, le particelle di idrossido di calcio, detta comunemente calce spenta, reagiscono con l’acqua contenuta nella carta e si fissano nelle fibre della cellulosa. Quindi, reagendo lentamente con l’anidride carbonica dell’aria, formano il carbonato di calcio, una finissima polvere di gesso che funziona da riserva di alcali per la protezione dagli acidi. Il processo di produzione della carta, infatti, richiede l’uso di acidi che con il tempo portano i documenti a diventare di un marrone scuro. Le sostanze alcaline invece bloccano questo processo, proteggendo la carta, l’inchiostro e le pitture. Finora sono stati utilizzati composti contenenti ossido di magnesio, ma la calce spenta usata da Baglioni ha mostrato di essere più efficace, a causa delle minuscole dimensioni delle particelle (circa 200 milionesimi di millimetro), nonché più economica e meno inquinante. (a.ca.)
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