Quando l’età ha un peso

Una “riorganizzazione” del gene Ret/Ptc sarebbe responsabile del tumore alla tiroide dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Questa mutazione è maggiormente frequente nei più giovani al momento dell’esposizione. Lo dimostra uno studio coordinato dalla Radiation Effects Research Foundation (Rerf) di Hiroshima (Giappone) e pubblicato sulla rivista Cancer Research.

Il carcinoma papillare della tiroide, spesso associato all’esposizione alle radiazioni ionizzanti, è causato da alterazioni del gene Ret/Ptc – che normalmente codifica per il recettore tirosina-chinasi (cioè una proteina che aggiunge gruppi fosfato a molecole di tirosina) – o a mutazioni puntuali del gene Braf.

Per verificare quale tipo di danno genetico fosse legato ai tumori insorti dopo le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki, i ricercatori si sono basati su un ampio studio della Rerf, eseguito su 120mila sopravvissuti alle bombe. L’analisi si è concentrata su 71 casi di cancro papillare alla tiroide, di cui 50 persone esposte alle radiazioni. A maggiori dosi di radiazione corrispondeva una maggiore frequenza di alterazioni del gene Ret/Ptc. Altri due fattori, secondo gli autori, sono associati allo sviluppo di questo tipo di tumore: la giovane età e la precoce comparsa della malattia.

“Una persona giovane che vive in prossimità di un luogo in cui esplode una bomba atomica”, afferma Kiyohiro Hamatani, tra gli autori dello studio, “ha maggiori probabilità di ammalarsi di cancro alla tiroide, in seguito a riorganizzazioni del gene Ret/Ptc”. (f.s.)