L’epilessia? È una condizione sovrannaturale, legata probabilmente alla possessione del demonio. Questo pensano 6 italiani su cento, di cui 4 con titolo universitario, secondo un’indagine demoscopica presentata dalla Lega Italiana Contro l’Epilessia (Lice) in occasione della giornata nazionale dedicata a questa malattia, il 4 maggio prossimo.
In Italia sono circa 500 mila le persone che soffrono di epilessia, 25 mila i nuovi casi ogni anno. Oggi la grande maggioranza dei pazienti può condurre una vita normale, grazie alle terapie che assicurano il controllo della malattia, e le persone con epilessia sono generalmente soddisfatte della loro qualità della vita. A rendere più complicata la loro esistenza, più che la malattia, sono invece pregiudizi e incomprensioni che ancora la circondano, soprattutto nelle regioni del Sud Italia. “Oltre il 90 per cento degli italiani sa cos’è l’epilessia”, commenta Oriano Mecarelli, del Dipartimento scienze neurologiche dell’Università di Roma Sapienza, “ma solo in termini generici; nel dettaglio le conoscenze sono estremamente deficitarie e distorte. Molti ritengono, erroneamente, che la malattia possa provocare disturbi psichici, che sia un vero e proprio handicap, e che la vita sociale degli epilettici non possa essere una vita normale”.
I dati rilevati dalla Lice, per altro, mostrano anche che la cultura sulla patologia non si è evoluta da vent’anni a questa parte: in un precedente sondaggio realizzato dalla Doxa negli anni Ottanta, i risultati della percezione della malattia tra la popolazione erano più o meno gli stessi. Per contrastare pregiudizi e discriminazioni nei confronti dei pazienti con epilessia, il Centro Sperimentale di Cinematografia ha affidato a giovani registi la realizzazione di quattro spot che mirano a dissipare l’ignoranza che ancora circonda la malattia. Uno degli spot, che saranno trasmessi sui circuiti televisivi nazionali e nelle sale cinematografiche nelle prossime settimane, è visibile in anteprima su Galileo. (e.m.)
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