Antibiotici meno aggressivi di quelli attualmente in uso, ma altrettanto efficaci, potrebbero in futuro essere ricavati dalle patate. L’ipotesi è stata avanzata da un’équipe di ricercatori statunitensi che ha analizzato le proprietà di un estratto di questi tuberi commestibili, noto per il suo effetto disinfettante. Hanno così verificato che, sebbene non uccida i batteri, il preparato è comunque in grado di renderli inoffensivi, impedendogli di aderire alle cellule e quindi di danneggiarle. In particolare il composto che conferisce all’estratto il suo effetto antibiotico è la polifenil ossidasi (Ppo), un comune enzima delle piante, responsabile dell’annerimento di patate, mele e funghi. Come spiega Marjorie Cowan, che ha condotto lo studio alla Miami University of Ohio, “quasi tutti i microrganismi si agganciano saldamente alle cellule bersaglio per poterle aggredire”. La studiosa è convinta che riuscendo a inibire il meccanismo che lega il batterio alla cellula si possano sviluppare nuove terapie antibiotiche. (f.n.)
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