Qui si creano modelli

Un istituto per la biologia computazionale che sarà il centro di riferimento a livello mondiale per la collaborazione tra matematici e biologici. Con questo obiettivo nasce il National Institute for Mathematical and Biological Synthesis (NIMBioS), che si specializzerà sulla modellizzazione delle dinamiche delle malattie animali e degli esseri umani.

La creazione del centro di ricerca, che sarà ospitato dall’Università del Tennessee (a Knoxville), riflette la crescente importanza che la matematica sta rivestendo nelle scienze naturali e la preoccupazione (anch’essa in sensibile aumento) circa l’impatto delle malattie animali sull’agricoltura e sulla salute umana, soprattutto in seguito agli episodi di influenza aviaria e Sars.

Secondo i sostenitori del centro, tra cui i finanziatori del Department of Homeland Security (Dhs) e della National Science Foundation (Nsf), i modelli matematici hanno già dimostrato la loro efficacia nel predire lo sviluppo delle epidemie e si sono rivelati degli strumenti utili al loro controllo. “Per esempio”, dice Samuel Scheiner, a capo della divisione di biologia ambientale del Nsf, “nel comprendere il ciclo dell’hantavirus che passa dai piccoli mammiferi agli esser umani. Cosa che ha permesso di prevedere il picco dell’infezione nel Sud-Ovest degli Usa e di limitare l’entità dell’epidemia”.

La modellizzazione, sottolineano ancora Nsf e Dhs, è uno strumento che aiuta a prendere determinate decisioni. Motivo per cui c’è bisogno di ricercatori formati ad hoc. “La biologia computazionale sta prendendo piede in tutto il mondo. In Europa, invece, c’è ancora la tendenza a specializzare le proprie competenze”. Ha commentato anche Wolfgang Alt, biologo teorico dell’Università di Bonn (Germania) e presidente della European Society for Mathematical and Theoretical Biology.

L’ecologia e l’evoluzionismo sono discipline in cui i modelli matematici sono da tempo ampiamente utilizzati. In altri campi invece, quali la biologia dello sviluppo e l’immunologia, sono meno presenti. L’idea è quindi di cambiare approccio in queste branche delle scienze, grazie anche ai 16 milioni di dollari che verranno stanziati dal governo statunitense nei prossimi cinque anni. Lo scopo – è stato dichiarato – è di fare ricerca di base e non cercare vaccini o farmaci per le malattie.

Gli accordi con Ibm e Esri, la ditta che produce i software per l’informazione geografica, sono stati già firmati. La maggior parte dei fondi stanziati per il primo anno (5 milioni) andranno per formare 12 postdottorati e per retribuire gli otto o nove gruppi (da 8 a 15 ricercatori ciascuno) che studieranno insieme le soluzioni a particolari problemi. Per il primo anno le questioni da affrontare saranno: l’esistenza o meno di una correlazione tra specie invasive di parassiti e tumori metastatici, le dinamiche dei social network negli animali e la modellizzazione della diffusione della pseudorabbia tra i maiali selvatici nel Sud degli Usa. (t.m.)

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