Radioisotopi per le indagini

Le ossa del corpo possono raccontare molto della vita di una persona, fornendo particolari su dove viveva e come si alimentava. Utilizzando gli isotopi radioattivi di elementi come il piombo e il polonio, Stuart Black geochimico dell’Università di Reading (Regno Unito) ha messo a punto una tecnica simile alla datazione al carbonio. Dall’esame dei resti carbonizzati di un uomo prima accoltellato e poi bruciato, lo scienziato ha stabilito che la vittima proveniva dalla Russia ed era morta da una settimana. Testata su un campione di ossa appartenenti a 25 donne anziane di una piccola città portoghese, la tecnica dei radioisotopi permette di datare ossa più recenti: mentre la datazione al carbonio è stata usata a lungo dagli archeologi per analizzare le ossa vecchie di secoli, il ricercatore ha usato isotopi con una durata di vita che è la metà di quella del carbonio 14. I più utili sono risultati il piombo 210 e il polonio 210, con una durata rispettivamente di 22 anni e di 134 giorni. Si tratta di elementi che entrano nelle nostre ossa attraverso il cibo e che perciò possono raccontare molto sul tipo di alimentazione della vittima. Gli isotopi del piombo, inoltre, possono dirci dove ha vissuto il defunto, perché questo elemento si respira con l’aria e il suo ammontare dipende da fattori come la geologia locale e il tipo di carburante usato dalle automobili. Anche se il margine di errore esiste, il metodo è stato apprezzato dalla polizia per la quantità di informazioni che fornisce e in particolare per la precisione nel datare le ossa. “Consideriamo i cumuli di resti trovati nei siti in costruzione di Londra”, spiega lo scienziato forense Kenneth Pye, “Vengono trattati come scene del crimine ma spesso risultano essere medioevali”. (r.p.)

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