Vita

Il ragno nell’ambra riscrive la storia degli aracnidi

di Valerio Cossentino

La regione del Myanmar è sempre stata considerata come un forziere del tesoro paleontologico, dato il grande numero di fossili rinvenuti in questa zona. L’intera foresta tropicale del sud-est asiatico è infatti un ricettacolo di frammenti di ambra (resina vegetale indurita e fossilizzata) all’interno dei quali è possibile ritrovare moltissime testimonianze dell’era mesozoica.

Durante lo scorso gennaio, una spedizione nei territori del Myanmar ha portato alla luce alcuni campioni di ambra il cui contenuto ha dell’incredibile: due organismi probabilmente appartenenti all’ordine degli aracnidi, ma dotati di coda. I due frammenti sono stati trasportati nelle strutture dell’Accademia cinese delle Scienze, dove il biofisico Bo Wang, insieme al suo team, ha descritto in dettaglio le caratteristiche fisiche della nuova specie su Nature Ecology & Evolution.

I dati ottenuti dall’analisi dei campioni ci riportano indietro al Cretaceo, quando i grandi dinosauri vagavano per il pianeta. Gli organismi intrappolati all’interno della resina fossile mostrano caratteri misti, tipici sia degli organismi antichi sia di quelli moderni: la presenza della coda rimanda agli esemplari ritrovati nelle rocce del Paleozoico, mentre quella degli organi deputati alla secrezione della tela fa pensare ad un organismo più recente. Per questo motivo il genere scoperto è stato chiamato Chimerarachne, in onore della creatura mitologica Chimera, e ne sono state descritte quattro specie. La specie più completa da un punto di vista anatomico è stata identificata col nome di Chimerarachne yingi. “Abbiamo sempre ipotizzato che i ragni attuali si fossero evoluti dagli aracnidi con la coda più di 315 milioni di anni fa, ma non che avessero vissuto contemporaneamente fianco a fianco” ha detto Russel Garwood, paleontologo dell’Università di Manchester, che ha collaborato agli studi.

Secondo i ricercatori, gli animali del genere Chimerarachne vivevano nelle zone più buie e umide della foresta pluviale; erano in grado di produrre seta dalle ghiandole per la secrezione, ma si pensa che non fossero capaci di costruire una ragnatela vera e propria, e non è chiaro neanche se fossero velenosi. “Il fossile sarà molto importante per la decifrazione del puzzle evolutivo degli aracnidi, poiché Chimerarachne colma il vuoto tra gli aracnidi con la coda del Paleozoico e i ragni moderni” ha detto Ricardo Perez-De-La Fuente, paleobiologo del Museo di Storia Naturale di Oxford che ha contribuito attivamente alla scoperta.

L’ordine degli aracnidi ha avuto origine circa trecento milioni di anni fa. Il genere Chimerarachne è strettamente imparentato con i ragni moderni e la sua fisionomia ricorda quella di alcuni gruppi più primitivi come i mesoteli, oggi presenti solo in Cina, Giappone e sud-est asiatico. “Gli aracnidi sono uno dei più grandi successi della storia evolutiva del mondo naturale, con 47.000 specie diverse viventi. Chimerarachne deve aver vissuto al fianco dei ragni moderni per più di duecento milioni di anni, ma non siamo mai riusciti a trovare un fossile più recente di 295 milioni di anni”, conclude Garwood, secondo cui Chimerarachne yingi potrebbe non essersi estinto e che continui a vivere nella fitta vegetazione della foresta pluviale.

Riferimenti: Nature Ecology & Evolution

Articolo prodotto in collaborazione con il Master SGP di Sapienza Università di Roma

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

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