Categorie: Società

Razzismo all’italiana

In Italia il razzismo è un problema ancora irrisolto. Si manifesta contro nomadi e musulmani, verso i profughi e i richiedenti asilo, e se ne trova traccia anche nei discorsi pronunciati dai nostri politici. E’ quanto rivela il nuovo rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) che sollecita il nostro paese a cambiare rotta entro due anni. 

Passi avanti ci sono stati, per esempio l’Italia dispone di un’efficace normativa contro la discriminazione e la violenza razzista nello sport, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) sta estendendo le proprie attività e i tribunali hanno annullato le misure discriminatorie precedentemente adottate dal Governo e da alcuni sindaci. Ma è necessario un maggiore impegno per combattere i discorsi di incitazione all’odio e proteggere i rom e gli immigrati dalla violenza e dalla discriminazione, ha rilevato François Sant’Angelo, presidente ad interim dell’Ecri. 

Secondo il rapporto, infatti, in Italia sono diffusi i discorsi politici di stampo razzista, che tendono a presentare gli immigrati come fonte di insicurezza. L’uso di questo linguaggio si rispecchia nelle politiche discriminatorie, per esempio si pensi ai numerosi aspetti del “pacchetto sicurezza”, e ha delle conseguenze dirette sui cittadini italiani, come testimoniano le aggressioni violente contro Rom e immigrati. In ogni caso, la maggior parte dei Rom subisce varie forme di emarginazione, nonostante i programmi messi in atto da un certo numero di Comuni e di Regioni a favore dell’inclusione sociale. I campi nomadi autorizzati sono relegati in aree lontane dai centri urbani e i campi abusivi sono stati oggetto di demolizioni e di sgomberi forzati che hanno contribuito a peggiorare la discriminazione verso questa popolazione. Non si salvano dalle forme di razzismo neanche i musulmani o gli ebrei, e si segnalano casi di discriminazione nei confronti dei gruppi vulnerabili nell’accesso agli alloggi dati in locazione da privati. 

Non va meglio sul fronte del diritto d’asilo, e lo conferma anche la condanna inflitta ieri dalla Corte europea dei diritti umani all’Italia per i respingimenti verso la Libia. Il rapporto Ecri ritiene infatti che la politica del rimandare nel paese di origine le imbarcazioni intercettate in mare aperto tra l’Italia e la Libia, inaugurata nel maggio del 2009, abbia privato un certo numero di persone della possibilità di fare valere il loro diritto alla protezione internazionale. Altri problemi sono stati rilevati dopo gli eventi del Nord Africa a inizio 2011, per non parlare dei ritorni forzati troppo affrettati e delle condizioni di accoglienza inadeguate. 

Per tutti questi motivi, l’Ecri indica una serie di raccomandazioni, tre da applicare immediatamente: conferire all’Unar un ruolo più decisivo, dare garanzie di protezione a tutti i rom sgomberati e rispettare il principio del non respingimento. L’Italia avrà due anni di tempo per adottare le misure adeguate e dimostrare di non essere un paese razzista. 

Riferimenti: Ecri

Credits immagine: a cinocino

Roberta Pizzolante

Giornalista pubblicista dal 2005, è laureata in Sociologia e ha un master in "Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico-istituzionali" conseguito alla Sapienza. Fa parte della redazione di Galileo dal 2001, dove si occupa di ambiente, energia, diritti umani e questioni di rilevanza etica e sociale. Per Sapere, bimestrale di scienza, si occupa dell'editing e della ricerca iconografica. Nel corso negli anni ha svolto vari corsi di formazione e stage nell'ambito della comunicazione (Internazionale, Associated Press, ufficio stampa della Sapienza di Roma, Wwf Italia). Ha scritto per diverse testate tra cui L'espresso, Le Scienze, Mente&Cervello, Repubblica.it, La Macchina del Tempo, Ricerca e Futuro (Cnr), Campus Web, Liberazione, Il Mattino di Padova. Dal 2007 al 2009 ha curato l'agenda degli appuntamenti per il settimanale Vita non Profit.

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  • Il razzismo e' giustamente condannato moralmente e siamo tutti d'accordo che vada anche represso giudizialmente.
    Ma l'antirazzismo deve applicarsi al razzismo, ebbasta.
    A me pare invece che qui si implichino cose che col razzismo non c'entrano per niente.
    I respingimenti di stranieri intenzionati ad immigrare sono un'altra cosa dal razzismo.
    Non e' che in nome dell'antirazzismo ne' Europa ne' Italia possono aprire le frontiere e far entrare illimitatamente tutti i disoccupati del mondo, mi pare.
    Dunque i respingimenti sono necessari per non fare collassare definitivamente il sistema economico ed ecologico, e si', sissignori anche l'ordine pubblico, dato che esiste un enorme differenziale (700%) secondo i dati del ministero degli interni (di 3 anni fa, se ricordo bene) fra percentuali di crimini accollabili a cittadini Italiani ed Europei da un lato, ed ai cittadini extracomunutari dall'altro.
    A questo proposito poi e' da smentire che i cittadini romeni (ovviamente in proporzione ai grandi numeri di presenze), delinquano molto. E' falso, delinquono poco, eguale agli italiani.

    Ma per quanto riguarda gli extraeuropei e specialmente quelli provenienti da paesi ancora in esplosione demografica appaiono strettamente necessari i respingimenti dall'Europa in stabilita' demografica ma gia' sovrappopolatatissima e con una impronta ecologica gia' insostenibile e da ridurre urgentemente dato che per i vari paesi d'Europa e' fra il 200% ed il 300% delle risorse del territorio europee ed addirittura per l'Italia e' la piu' alta d'Europa col 400% della impronta ecologica rispetto al sostenibile con risorse locali.
    (E su scala mondiale e' gia' del 150% il che significa che gia' ci mancano risorse pari ad un'altra mezza terra per sostenere stabilmente nel tempo il livello di popolazione attuale della terra ed i suoi consumi).
    E' forse razzismo non far salire sulle navi piu' dei passeggeri alloggiabili e sfamabili?
    E perfino, (anzi peggio, cioe' con necessaria maggiore rigidita' delle regole) sulle scialuppe di salvataggio delle navi, piu' dei passeggeri sopportabili dalla barca senza rovesciarsi non mi pare che se ne accettino.
    Il mondo sviluppato deve ridurre i consumi delle risorse non rinnovabili, ma il mondo in esplosione demografica deve darsi una calmata e non contare piu' di riversare le svariate decine di milioni di nuovi disoccupati che produce ogni anno (su 80 milioni di aumento della popolazione annuo).
    I respingimenti pertanto servono in primis all'Europa nel breve periodo, ma anche al mondo nel lungo periodo, per capire che la strada della espansione illimitata di tutto (del PIL, come delle popolazioni) non e' possibile su un pianeta finito.
    Ed inoltre abbiamo anche il perfetto diritto sovrano di mantenere la nostra cultura specifica senza lasciarla totalmente stravolgere demograficamente in tempi brevi il che di nuovo non puo' che significare il limitare e filtrare l'immigrazione.
    E qui si puo' anche tornare al discorso sul razzismo:
    Uno fra i tanti fattori di esso e' proprio la dimensione e la rapidita' del fenomeno immigratorio nonche' almeno per l'Italia, l'averlo del tutto subito piuttosto che programmato in tempi modi e limiti benefici sia agli immigrati (con alloggio e posto di lavoro dignitoso) sia alla popolazione indigena (che avrebbe evitato gran parte dei fenomeni negativi che accompagnano una immigrazione illimitata piuttosto che una immigrazione scelta ed accettata ragionevolmente come di solito hanno fatto i paesi tradizionalmente di immigrazione come Canada Australia, Nuova Zelanda, USA.

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