I ricercatori dell’Advanced Cell Technology Inc (Act) hanno fabbricato dei rudimenti di reni clonando alcune cellule di mucca e li hanno re-impiantati nello stesso bovino da cui avevano fatto il prelievo. Stando ai risultati della ricerca, che verrà pubblicata sul prossimo numero di Nature Biotechnology, il bovino non ha mostrato alcun segno di rigetto e anzi, sembra tollerare piuttosto bene gli ammassi di cellule inseriti appena sottopelle. Per produrre le strutture artificiali, lunghe poco più di due centimetri, gli scienziati della Act, la stessa azienda che lo scorso novembre dichiarò di avere clonato un essere umano, hanno prelevato delle cellule dagli abbozzi renali di un feto, di circa otto settimane, clonato appositamente a partire da una mucca adulta. Le unità renali sono state poi re-impiantate nello stesso animale e osservate dopo tre mesi per valutare la risposta immunitaria del bovino nei confronti delle strutture clonate. Che è risultata praticamente assente. Michael D. West, presidente dell’Advanced Cell Technology, e leader del team che ha condotto lo studio, si è dichiarato entusiasta dei risultati dell’esperimento che “è servito per capire come il sistema immunitario si comporta nei confronti dei tessuti clonati”. Le obiezioni che possono essere mosse a questa tecnica vanno oltre il dato scientifico, visto che il sistema usato dalla compagnia biotech è considerato giuridicamente ed eticamente impraticabile in tutti i paesi. Primo tra tutti, gli Stati Uniti. (t.c.)
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