Uno dei più antichi raggruppamenti di stelle attorno a cui si formò la nostra galassia è stato osservato per la prima volta grazie al Multi-coniugate Adaptive Optics Demonstrator (Mad) – un nuovo strumento che raccoglie immagini nel vicino infrarosso – durante il suo “periodo di prova” sul Very Large Telescope dell’Eso (European Organisation for Astronomical Research in the Southern Hemisphere).
Le immagini di Terzan 5, questo il nome del fossile cosmico, rivelano la presenza di circa due milioni di stelle con composizione chimica ed età variabile dai dodici ai sei miliardi di anni. Secondo i ricercatori, potrebbe essere ciò che resta della fusione di due proto-galassie: le sue caratteristiche, infatti, sembrano sostenere la teoria corrente sulla formazione dei grandi ammassi, secondo cui le galassie sarebbero il risultato della agglomerazione di sistemi stellari pre-esistenti e già strutturati, con una propria identità e una propria storia, piuttosto che conseguenza del collasso gravitazionale di una nube di gas e polveri.
“È stato come se, nell’esaminare attentamente una roccia, ci fossimo accorti di avere sotto gli occhi il frammento fossile di un essere mastodontico, testimone di epoche remote e prezioso custode di segreti del passato”, ha commentato Francesco Ferraro, astronomo dell’Università di Bologna che ha guidato lo studio, pubblicato su Nature a firma di nove astrofisici italiani e tre statunitensi (qui il video con alcune interviste). (t.m.)
Riferimento: doi:10.1038/nature08581
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