Categorie: Salute

Se Ebola si trasmette per via aerea

Il virus Ebola torna a fare paura. Come se non fosse bastato il focolaio scoppiato in Uganda lo scorso agosto, che ha mietuto diciotto vittime (le ultime due la settimana scorsa), oggi un’équipe di scienziati della Canadian Food Inspection Agency ha lanciato un nuovo inquietante allarme: secondo quanto si legge nel loro lavoro, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, il virus si potrebbe trasmettere per via aerea tra specie diverse, in particolare tra scimmie maiali, senza alcun contatto diretto tra gli individui.

Gli scienziati hanno fatto convivere maiali domestici portatori del virus e scimpanzè sani. Gli animali, pur vivendo vicini, erano separati da grate metalliche che ne impedivano qualsiasi contatto fisico: dopo otto giorni, alcune scimmie hanno mostrato segni tipici di infezione da Ebola e sono state soppresse. Secondo i ricercatori, i primati hanno contratto il virus inalando le gocce espirate dai maiali. “L’ipotesi di inalazione è quella più probabile”, sostiene Gary Kobinger, uno degli autori della ricerca, “perché abbiamo osservato tracce del virus nei polmoni delle scimmie”. Finora, si pensava che l’unico veicolo di trasmissione del virus fosse il contatto diretto con sangue, secrezioni, organi e altri fluidi corporei infetti. Ma a quanto pare non è così.

Kobinger, per evitare inutili allarmismi, precisa che si tratta di uno studio preliminare e che questa modalità di trasmissione è completamente diversa rispetto, ad esempio, a quella dell’influenza, perché comunque le gocce non possono arrivare troppo lontano: “Fortunatamente, i focolai di Ebola sono sempre contenuti e localizzati: se si trattasse di un virus che si diffonde come l’influenza avremmo molti più casi”. Tra l’altro, sempre secondo Kobinger, la scoperta ha un risvolto positivo, perché i maiali potrebbero contribuire al contenimento del virus: “Se, come sembra, questi animali hanno un ruolo attivo nella trasmissione delle epidemie, potremmo intervenire su loro prima che sulle persone. Dopotutto, è più facile vaccinare un maiale che un essere umano”.

Riferimenti: Scientific Reports doi:10.1038/srep00811

Credits immagine: Dr. Tom Geisbert

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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