Se la pinzetta ha tatto

    Un piccolissimo paio di pinzette robotiche automatizzate è in grado di maneggiare singole cellule senza danneggiarle, grazie esclusivamente al suo “tatto”. La micro-pinza è stata messa a punto da Yu Sun e collaboratori dell’Advanced Micro and Nanosystems Laboratory (Amnl) dell’Università di Toronto (Canada), ed è la prima che non solo “sente” la forza della propria presa, ma si accorge persino di quando sfiora una superficie. Questa particolare “sensibilità” elettronica evita che lo strumento possa inavvertitamente danneggiare gli oggetti che deve maneggiare o con cui viene accidentalmente in contatto.

    Le braccia del dispositivo, descritto su Journal of Micromechanics and Microengineering, sono lunge tre millimetri e possono esercitare una forza di 20 nanoNewton (limite inferiore), condizione in cui la pinza è in grado di sollevare appena due milionesimi di grammo. Grazie all’elevata sensibilità dei sensori, le pinze, controllate da un software e collegate al microscopio, possono operare senza l’intervento umano. La capacità di percepire la lunghezza delle proprie braccia consente allo strumento di identificare e avvicinarsi a una cellula in meno di un secondo: “Molto di più di quanto una persona possa fare”, puntualizza Sun.

    Secondo il ricercatore queste pinze potrebbero essere usate con ottimi risultati per ingegnerizzare tessuti, per assemblare cellule in strutture o costruire micro dispositivi elettronici: “Sembra che la percezione dell’intensità della forza giochi un ruolo fondamentale nell’abilità di manipolazione” ha commentato Jason Gorman del National Institute of Standards and Technology di Gaithersburg (Usa). Anche i costi potrebbero essere sostenibili: le pinze costano circa 50 dollari l’una ma, se prodotte su larga scala, il loro prezzo può scendere fino a 10 dollari. (e.r.)

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