Categorie: SocietàVita

Se le email svelano la personalità di chi scrive

Le donne usano più parole connesse alle emozioni, come gioia o tristezza, gli uomini invece preferiscono vocaboli associati con la paura o la fiducia. Entrambi i sessi però, quando scrivono a una donna, prediligono parole più legate alla gioia e all’allegria. Sono questi alcuni dei risultati ottenuti dal team di Saif Mohammad del National Research Council Canada analizzando il contenuto di alcune email rese pubbliche dopo lo scandalo Enron, alla ricerca di correlazioni tra genere, tratti della personalità e stili di scrittura.

Come racconta il Newscientist, per leggere oltre le parole contenute nelle email, e identificare eventuali differenze di genere quanto di personalità, gli scienziati hanno prima di tutto creato un database, associando oltre 24 mila parole a determinati stati emotivi. Per esempio scrivere “gelato” era correlato con uno stato di gioia, mentre “giardinaggio” con uno stato di pace. Un lavoro questo realizzato grazie al servizio di crowdsourcing di Amazon Mechanical Turk (MTurk).  

Dopo aver identificato le differenze di genere sopra elencate analizzando il contenuto di parole (e quindi emozioni) in oltre 34 mila email, gli scienziati hanno cercato di capire se una comunicazione scritta può svelare qualcosa di più sul proprio autore, per esempio cosa può suggerire riguardo la sua personalità. Per capirlo, il team ha insegnato a un algoritmo ad associare le emozioni contenute in un testo scritto (a loro volta dedotte dall’uso di specifiche parole) a diversi tratti di personalità, utilizzando come riferimento dei testi giudicati rappresentativi, da psicologi, di tratti della personalità quali estroversione, nevrosi, piacevolezza, coscienziosità o la franchezza. Dopo aver calibrato l’algoritmo i ricercatori ne hanno testato le capacità di dedurre i tratti di personalità degli autori, trovando che nella maggior parte dei casi i risultati erano simili alle conclusioni degli psicologi. Come a dire: ogni parola che scegliamo di usare dice qualcosa su chi siamo.

Via: Newscientist

Credits immagine: Micky.!/Flickr

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

Articoli recenti

Il talco può aumentare il rischio di tumore?

Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…

4 giorni fa

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

7 giorni fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

1 settimana fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

2 settimane fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

2 settimane fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

2 settimane fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più