Categorie: Società

La app che aiuta in caso di catastrofe

Permettere anche a chi non è in grado di programmare di creare rapidamente delle app per facilitare le operazioni di soccorso dopo un incidente o una catastrofe: è l’obiettivo del nuovo prodotto creato dai ricercatori del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del Mit, descritto in uno studio presentato al Workshop on Semantic Cities a Pechino.

Questo innovativo strumento altro non è che un’estensione del software open-source App Inventor, che permette a chiunque di creare applicazioni per Android con una semplice interfaccia, senza alcuna necessità di conoscere i linguaggi di programmazione. In questo modo, volontari e soccorritori potrebbero ad esempio creare una app che, monitorando diverse fonti su Internet, mostri chiaramente su una mappa di Google possibili ripari e luoghi sicuri.

La tecnologia alla base di questo innovativo dispositivo è il resource descriptiom framework, o RDF, uno strumento per la codifica, lo scambio e il riutilizzo di dati strutturati, fondamentale per consentire l’operabilità di applicazioni che si scambiano informazioni tramite Internet. Tramite l’RDF, introdotto nel 2004, si possono sia facilmente etichettare diversi dati in diversi luoghi del web, sia descrivere in che modo essi sono connessi. Così si otterrebbero informazioni più precise e dettagliate, anche a partire da poche parole chiave immesse in un motore di ricerca.

Lalana Kagal, una delle autrici dello studio, spera che nuovi dispositivi come quello da loro sviluppato potranno accelerare la diffusione della tecnologia RDF: “Speriamo di ottenere un effetto ciclico: più gente usa queste app, più genereranno dati strutturati. E più dati strutturati ci sono, più persone creeranno applicazioni che li utilizzano, producendo a loro volta più dati”.

Riferimenti: Mit

Credits immagine: Johan Larsson/Flickr

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