Categorie: Vita

Sempre meno squali

Nel nord Atlantico gli squali martello, tigre e toro stanno scomparendo. Modificando radicalmente l’intero ecosistema. È ciò che emerge da una ricerca della Dalhousie University (Canada) coordinata dal biologo Ransom Myers. I ricercatori hanno osservato che la pesca dei grandi squali predatori, come quello bianco, lo squalo toro o quello martello, lungo la costa atlantica degli Stati Uniti, ha portato a un aumento degli esseri viventi di cui si nutrono, come le mante o gli squali più piccoli. “Essendoci pochi squali, le loro prede sono aumentate e queste, a loro volta, hanno preso d’assalto le capesante, di cui normalmente si nutrono”, afferma Julia Baum, coautrice dello studio.

Una ricerca di Myers e Baum pubblicata su Science nel 2003 aveva già mostrato la diminuzione degli squali nell’Atlantico nord-occidentale a partire da metà anni Ottanta. Oggi, analizzando la situazione dell’Atlantico orientale, in un periodo che va dal 1970 al 2005, ci si è resi conto che i danni non erano stati correttamente stimati: squali martello e tigre sono infatti diminuiti del 97 per cento, mentre gli squali toro di più del 99 per cento.

“Nella costa orientale degli Stati Uniti, i grandi squali non possono più ricoprire il loro ruolo di predatori all’interno dell’ecosistema”, dice Baum, “E la portata del declino non dovrebbe essere una sorpresa se consideriamo la crescita negli ultimi decenni della domanda di pinne e carne di squalo”. “Prima di tutto sarà necessario prevenire gli stravolgimenti all’interno degli ecosistemi”, propone Travis Shepherd, coautore dello studio: “Tra le soluzioni, proteggere gli squali limitandone la pesca e rafforzando il divieto di caccia alle pinne, sia in acque nazionali che in mare aperto”.

Charles Peterson, docente di biologia marina ed ecologia presso l’Istituto di Scienze Marine dell’Università del North Carolina e coordinatore dello studio, afferma: “Per avere degli ecosistemi oceanici sani bisogna mantenere l’equilibrio degli animali predatori. Infatti, anche se l’oceano è immenso, gli esseri che lo popolano sono dipendenti l’uno dall’altro e cambiamenti a un livello possono ripercuotersi anche a molta distanza”. (m.g.)

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