Fisica e Matematica

Si può invertire il tempo, ma solo con un’illusione

Non tutto è come sembra. I nostri bias – ovvero i pregiudizi – percettivi e cognitivi sono spesso più forti della realtà. Lo dimostra uno studio condotto dalla University College London, pubblicato su Psychological Science, che documenta una particolare illusione percettiva. La ricerca svela quanto facilmente capiti di scambiare l’ordine temporale di 2 eventi, soprattutto quando osserviamo una scena veloce. Tempi e spazi ravvicinati e rapidità sono solo alcuni ingredienti a causa dei quali ci illudiamo che un fenomeno sia avvenuto prima di un altro quando non è così. Ecco tutti i fattori in gioco. 


Scoperta la “dilatazione quantistica del tempo”


Lo studio

I ricercatori hanno svolto una serie di esperimenti coinvolgendo circa 600 volontari cui veniva mostrato un video con una catena di 3 eventi, in sequenza spaziale e temporale. Nel filmato un quadrato A in movimento colpisce un quadrato B, che, messo a sua volta in moto da A, tocca e colpisce C. Tuttavia, c’è un ingrediente in più, che mischia le carte in tavola. Si tratta dell’elemento tempo: la scatola C inizia a muoversi prima che la B la colpisca e anche leggermente prima che B cominci a muoversi dopo essere stato raggiunto da A. Dunque, la sequenza temporale corretta è ACB.

Da dove nasce l’illusione

Quando ai partecipanti viene chiesto chi si muove prima e l’ordine nel tempo, questi rispondono erroneamente ABC. “Partiamo dalla forte supposizione – commenta su PsyPost Christos Bechlivanidis, primo autore del lavoro – che riusciamo a conoscere l’ordine degli eventi che accadono intorno a noi attraverso la percezione diretta”. In questo caso non è così e la ricerca svela un’alterazione percettiva, che potrebbe essere comune anche nella vita quotidiana.

Crediti: Bechlivanidis et al., Psychological Science

Se la causa confonde i tempi

In un primo momento gli autori hanno ipotizzato che sia un inganno della memoria: dopo aver osservato la breve e veloce animazione, ci confondiamo e ricordiamo male come sono avvenute le cose. Ripetendo però l’esperimento più volte, le persone continuano a sbagliare la sequenza, anche quando rispondono in tempo reale, quasi in contemporanea con il filmato. Pertanto ci si sposta sull’idea che la dispercezione sia associata ad una sorta di rimescolamento del piano causale con quello temporale. Sarebbero infatti le aspettative legate alla causalità dei fenomeni che ci guidano nel definire quale viene prima. Dunque, dato che è B a colpire C, nella nostra percezione questo deve anche essere l’ordine temporale (e non solo causale) degli eventi. Gli autori concludono che l’illusione non è dovuta a una mancanza di attenzione o alla visione legata alle saccadi, rapidi movimenti degli occhi che servono a mettere a fuoco la zona di interesse.

Velocità e causalità

In futuro i ricercatori approfondiranno ulteriormente l’origine di questa illusione percettiva. In particolare, ci sono due strade da percorrere, secondo quanto riferisce a PsyPost l’autore Bechlivanidis. Da un lato, sappiamo che quando una scena è rappresentata molto velocemente, come quella del test, non percepiamo l’ordine temporale, ma lo deduciamo, come ha spiegato nelle sue teorie il filosofo Rick Grush. Comprendere meglio come questo avviene può essere interessante per capire come interpretiamo la realtà e svelare alcuni potenziali bias percettivi e cognitivi. Un altro elemento di rilievo riguarda il nostro concetto di causalità e la rappresentazione che ne diamo nel tempo e nello spazio. Questa concezione ha un effetto anche sulla nostra percezione (visiva e non solo) del nesso di causa-effetto fra 2 eventi. Questa percezione potrebbe avere un peso e un ruolo maggiore di quanto previsto finora anche nell’ordine temporale

Via: Wired.it

Credits immagine: Icons8 Team on Unsplash

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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