Silicio illuminato

Padrone dei circuiti elettronici, il silicio ha avuto limitate applicazioni nell’elaborazione ottica fino a oggi. Per colpa della sua scarsa capacità di emettere luce. Ora un gruppo di ricercatori italiani della STMicroelectronics (di Catania) guidati da GianGuido Rizzotto è riuscito ad aumentarne sensibilmente l’efficienza emissiva, aprendo così le porte a una avanzata tecnologia in grado di combinare i processi ottici ed elettrici in un singolo chip. Nei laboratori della STM, gli scienziati hanno impiantato ioni (atomi dotati di carica elettrica) dei cosiddetti metalli “delle terre rare” come, per esempio, l’erbio e il cerio, su uno strato di anidride silicica “arricchito” con microcristalli di silicio. Questo procedimento ha consentito al silicio di emettere luce con un’efficienza circa cento volte maggiore di quella ordinaria, comparabile con quella dei tradizionali semiconduttori impiegati nei congegni ottici. “La possibilità di unire le funzioni ottiche ed elettriche sullo stesso chip”, ha sottolineato Rizzotto, “offre a STM grandi opportunità di sviluppare per prima molti nuovi tipi di dispositivi a semiconduttore”. STM, società italo-francese di semiconduttori tra le prime cinque al mondo, ha già progettato di utilizzare la nuova tecnica nella costruzione di dispositivi per il controllo elettronico di motore, di alimentatori di potenza, di interruttori a stato solido e nelle comunicazioni a fibre ottiche. (f.to.)

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