Categorie: Salute

Smettere di fumare aiuta contro ansia e depressione

Un motivo in più per smettere di fumare è fornito dai risultati di un recente studio americano pubblicato sulle pagine della rivista scientifica internazionale Nicotine & Tobacco Research. Oltre a ridurre il rischio di insorgenza di cancro ai polmoni e patologie cardiovascolari e respiratorie, vincere la dipendenza dalla sigaretta è infatti in grado di produrre un significativo miglioramento dello stato di salute mentale.

Secondo gli autori proprio la nicotina e le sostanze presenti nel tabacco, che sono in grado di migliorare l’umore e la concentrazione, alleviare lo stress, rilassare i muscoli e ridurre l’appetito mediante il rilascio a livello centrale di dopamina ed altri neurotrasmettitori, potrebbero essere responsabili, nel lungo termine, dell’induzione di stati psicologici depressivi associati all’incremento del rischio di casi di suicidio.

Quanto emerso dall’indagine, condotta analizzando la correlazione tra i prezzi delle sigarette ed i dati sui suicidi nei singoli Stati Americani nel periodo 1999-2004 ha all’apparenza dell’incredibile: l’aumento della tassazione sul fumo, che in alcuni paesi ha sensibilmente ridotto l’accessibilità ai fumatori cronici, ha determinato un calo del 15% del numero dei suicidi; viceversa, nei paesi che non hanno adottato tale politica dei prezzi, si è verificato un incremento dei casi del 6% rispetto alla media nazionale.

Quanto basta per suggerire l’esistenza di una stretta associazione, che potrebbe giungere a conferma dei risultati di una meta-analisi pubblicata lo scorso febbraio sulla rivista scientifica British Medical Journal. La raccolta e l’elaborazione di decine di dati estratti da ventisei studi scientifici, selezionati sulla base di opportuni criteri da un database di circa tredicimila pubblicazioni, ha rilevato le differenze nella variazione dello stato mentale tra ex fumatori e fumatori.

La presenza di condizioni di ansia e depressione o di ansia mista a depressione, oltre alla determinazione della qualità della vita, delle emozioni positive e dello stress, sono stati misurati mediante questionari somministrati prima ed almeno sei settimane dopo la cessazione della pratica del fumo, per la valutazione della salute mentale. Dallo studio emerge che smettere di fumare si accompagna ad una significativa e duratura riduzione di depressione, ansia e stress e ad un miglioramento dell’umore e della qualità della vita. Quale sia la causa di tale associazione non è tuttora ancora stabilito: tuttavia, un comune meccanismo biologico di adattamento neuronale sembra spiegarla.

La meta-analisi rivela, inoltre, che gli effetti benefici dell’interruzione del fumo non differiscono tra soggetti sani e soggetti già affetti da disturbi psichici, anzi li definisce paragonabili, se non addirittura superiori, a quelli provocati dall’impiego di farmaci anti-depressivi per il trattamento terapeutico di disturbi dell’umore e dell’ansia.

Un beneficio anche in termini economici per i governi nazionali considerato che, secondo quanto affermato sulle pagine della rivista scientifica Tobacco Control, i soggetti con disordini mentali presentano una maggiore abitudine al fumo rispetto alla popolazione generale e sono, di conseguenza, più predisposti a patologie che necessitano di un costante intervento sanitario, ad un limitato inserimento nel mondo del lavoro e quindi a retribuzioni più basse e presentano, inoltre, una ridotta aspettativa di vita.

Una rassicurazione per i fumatori che intendono liberarsi di questa dipendenza circa i benefici per la salute mentale, oltre che fisica, ed un monito per gli operatori sanitari che mostrano ancora ritrosie nel sospendere ai pazienti con disturbi psichici l’accesso al fumo, suggerendolo, anzi, come primo passo verso la guarigione. Una dimostrazione scientifica che fornisce, qualora necessaria, ulteriore motivazione e determinazione a chi sta maturando la scelta di una vita “senza tabacco”.

Riferimenti:

Nicotine Tob Res. 2014 doi: 10.1093/ntr/ntu106

BMJ. doi: 10.1136/bmj.g1151

Tobaccocontrol doi: 10.1136/tobaccocontrol-2013-051464

Credits immagine: via Pixabay

Maurizio Bifulco

Presidente Facoltà di Farmacia e Medicina di Salerno; Adjunt Professor presso la Temple University’s College of Science and Technology, Philadelphia (USA). Nel corso della sua carriera ha lavorato come Visiting Scientist nei prestigiosi laboratori americani del National Institutes of Health e del Duke University Medical Center. Svolge attività didattica e di ricerca nel campo della Biologia e Patologia Molecolare e Clinica. Autore di più di 140 pubblicazioni scientifiche, edite su prestigiose riviste medico-scientifiche, tra cui Nature. Ha scritto testi di Patologia Generale e di Educazione alla salute. Da qualche anno ha intrapreso studi sulla Scuola Medica Salernitana ed è Direttore di una collana monografica ad essa dedicata. È, inoltre, costantemente impegnato in campagne di formazione ed educazione medica e di promozione della ricerca scientifica con l’Associazione ERMES (Educazione e Ricerca MEdica Salernitana), di cui è fondatore. Ha firmato svariati articoli di divulgazione scientifica su giornali quali Il Sole24ore, La Stampa e la Città.

 

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  • Salve.
    Ho smesso di fumare il 22 di settembre 2014 e con estrema facilità, senza nessuna crisi isterica, pânico, rabbia, ho solo deciso di smettere, quindi non ho più comprato sigarette!. Fumavo in media due pacchetti al giorno, ho cominciato a fumare a 14 anni e ne ho 50. Mi rendo conto solo adesso quanto sia stupido fumare, e infine......quanti soldi si buttano via (in media 2 pacchetti al giorno 4.60 euro cadauno).

  • Ciao a tutti,
    Ho smesso di fumare l' 8 Giugno 2014, data della mia ultima sigaretta, sono quasi 8 mesi.....inutile dire il benessere diffuso e generale che procura la mancata somministrazione di nicotina e sostanze venefiche di ogni tipo. I primi mesi è dura, almeno i primi due, poi la strada si fa in discesa...e si è più felici.

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